L’indagine è chiusa e l’udienza preliminare e l’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 27 marzo. Ma Paulo Dybala, tra i primi a essere convocato dai magistrati di Torino che indagavano sulle plusvalenze della Juventus, è stato sentito per oltre un’ora e mezza dai militari della Guardia di finanza a Roma dove ora veste la maglia giallorossa. Si tratterebbe di atti integrativi. Gli investigatori avevano bisogno di ulteriori chiarimenti, in particolare sulla cosiddetta manovra stipendi bis, in cui, secondo l’accusa, la società dell’allora presidente Andrea Agnelli si era messa d’accordo con i giocatori per posticipare alcuni pagamenti del campionato 2020/2021 su quello successivo. Accordi che sarebbero stati fatti individualmente, con delle scritture private che non sono state depositate.
Quando il campionato si era fermato a causa dell’ondata Covid, la Juventus aveva raggiunto con i suoi tesserati un’intesa sulla rinuncia a quattro mensilità, con un risparmio di 90 milioni. Ma nei fatti la rinuncia è stata di una sola mensilità, con un risparmio effettivo di 31 milioni, con gli altri stipendi spalmati su altre annualità. Dalle carte giudiziarie è emerso che Dybala si era accordato per posticipare 3.783.502 euro in due tranche, da saldare, in caso il calciatore fosse rimasto in bianconero, una alla fine del mercato estivo e l’altra alla fine di quello invernale. Da parte dell’avvocato dell’argentino ci sarebbe poi stato una richiesta di risarcimento, di tre milioni, dopo la fine delle trattative sul rinnovo. Lo scorso settembre, con Dybala ormai in giallorosso, il debito sarebbe stato saldato e messo nel nuovo bilancio della società bianconera alla voce fondi rischi.
Anche se al momento non c’è nessuna conferma non è da escludere che Dybala non sia l’unico ad essere riascoltato dagli inquirenti prima dell’udienza del 27 marzo. Ciò potrebbe avvenire in relazione agli atti integrativi, ammessi dal codice di procedura penale fino al giorno dell’udienza davanti al gup, che si andranno ad aggiungere al fascicolo di 14mila pagine che danno forma al quadro accusatorio dei magistrati Marco Gianoglio, Mario Bendoni e Ciro Santoriello, e che ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio di dodici ex dirigenti della Juventus, tra i quali Andrea Agnelli, Pavel Nedved e Fabio Paratici.Nel frattempo il pool legale della società bianconera sta ultimando il ricorso al Collegio di garanzia del Coni, che deve presentare entro l’1 marzo, contro la sentenza della Corte d’appello della Figc che ha inflitto una penalizzazione alla Juve di 15 punti.