Venite ferme o in calo ma ricavi e profitto in deciso aumento. Anche il gruppo Stellantis festeggia un 2022 da record grazie a auto che costano di più e assicurano margini di profitto maggiore. L’utile è salito del 26% a 16,8 miliardi di euro. I ricavi sono saliti a 179,6 miliardi di euro (+ 18%). Come spiega l’azienda la crescita del fatturato dipende da prezzi netti favorevoli, al miglior mix modelli e agli effetti positivi dei cambi di conversione. Il risultato operativo ha un margine del 13%, migliore rispetto all’obiettivo di superare il 12% al 2030; tutti i segmenti contribuiscono alla crescita. La situazione patrimoniale di Stellantis è solida, con una liquidità industriale disponibile di 61,3 miliardi di euro. Per l’anno in corso Stellantis si attende un margine sull’utile operativo adjusted a doppia cifra e un free cash flow industriale positivo.

Agli azionisti sarà distribuito un dividendo ordinario di 4,2 miliardi di euro corrispondente a 1,34 euro per azione. Ma i soci beneficeranno anche di un programma di riacquisto di azioni da 1,5 miliardi di euro. Operazioni che vanno a vantaggio innanzitutto della Exor della famiglia Agnelli- Elkann, primo azionista con il 14,3%, e poi dei vari soci francesi che insieme detengono la maggioranza del gruppo (tra cui famiglia Peugeot con il 7% e stato francese con il 6,1%). L’opportunità di avviare il programma di riacquisto – spiega Stellantis – deriva dalla significativa generazione di flussi di cassa e dalla solidità del bilancio della società.

Questi fattori consentono alla società di garantire un’adeguata liquidità per gestire un’ampia varietà di contesti economici e di mercato, facilitando al contempo un interessante ritorno di capitale per gli azionisti. Il gruppo erogherà anche un premio del valore complessivo di 2 miliardi di euro ai dipendenti di tutto il mondo “come riconoscimento del loro contributo ai risultati finanziari del 2022 e ai traguardi raggiunti dall’azienda sia a livello globale che locale”. Ai circa 86mila addetti italiani andrà un premio medio di 1.879 euro a testa in due tranche, a febbraio e aprile. “Il premio e l’erogazione unilaterale non bastano a recuperare ciò che si è perso per effetto dell’inflazione, per questo abbiamo ribadito la richiesta di un’erogazione straordinaria di una mensilità e che sia riconosciuta la pienezza del premio per tutti i lavoratori di Stellantis”, afferma Simone Marinelli, coordinatore automotive per la Fiom-Cgil nazionale.

Il gruppo rimarca il primato europeo nelle vendite di veicoli commerciali elettrici, e la seconda posizione nelle vendite globali di elettriche in Ue30, numero uno nelle vendite di ibride in Usa. Complessivamente l’aumento nel 2022 è stato del 41%. Il primo mezzo elettrico statunitense, Ram ProMaster, è in arrivo nel 2023. La gamma di 23 modelli elettrici sarà disponibile sul mercato, 9 arriveranno nel 2023.

Il numero uno del gruppo Carlos Tavares, che in passato aveva espresso più di una perplessità sulle tempistiche del passaggio all’elettrico, spiega che “Oltre ai nostri risultati finanziari record e all’implementazione mirata del piano Dare Forward 2030, abbiamo dimostrato anche l’efficacia della nostra strategia di elettrificazione in Europa. Ora abbiamo la tecnologia, i prodotti, le materie prime e l’intero ecosistema di batterie per condurre lo stesso percorso di trasformazione in Nord America, a partire dai nostri primi veicoli completamente elettrici Ram dal 2023 e Jeep dal 2024″ aggiunge Tavares che ringrazia tutti i dipendenti e i partner “per il contributo dato a creare un futuro più sostenibile”.

Il responsabile finanziario di Stellantis, Richard Palmer, plaude ai risultati “record” realizzati nel 2022 dal colosso automobilistico nato dalla fusione tra Fca e Psa. “Sono risultati molto forti”, ha dichiarato Palmer, in occasione una conference call con i giornalisti internazionali. “Sono risultati molto forti. Malgrado le attuali sfide del mercato”, ha detto citando, tra l’altro, il nodo dei semiconduttori, le forniture energetiche o l’inflazione. Il top manager di Stellantis è rimasto cauto, in particolare, sulla penuria di semiconduttori che a suo avviso verrà risolta solo “lentamente” e “progressivamente” e continuerà a pesare sul comparto automobilistico anche nei prossimi mesi. Quanto all’Inflation Reduction Act (Ira) americano, ha dichiarato, “non ha un grande impatto” sulla strategia del gruppo, che punta a “localizzare” la produzione “nei nostri principali mercati”.

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