A inizio febbraio abbiamo intrapreso un viaggio di oltre 13 ore, destinazione: un allevamento di volpi in Polonia. Abbiamo attraversato Svizzera, Austria, Germania e infine abbiamo raggiunto un allevamento polacco in cui vengono allevate volpi per la produzione di pellicce. Quello che abbiamo visto è molto simile a ciò che negli anni abbiamo documentato negli allevamenti di visoni italiani: animali spaventati, confinati in gabbia per tutta la loro vita, feriti e sottoposti a stress psicofisici estremi.

Abbiamo visto lunghe file di gabbie singole, al cui interno, a causa delle condizioni in cattività, le volpi giravano compulsivamente in cerchio, sbattendo contro le pareti in metallo. Le gabbie a batteria erano sporche e spoglie. Come nel caso dei visoni, il pavimento delle gabbie era in metallo, un fattore che causa forte dolore alle zampe degli animali. Abbiamo poi visto una volpe con le gengive molto gonfie, una condizione dovuta alla gengivite iperplastica ereditaria, una malattia genetica che colpisce le volpi selezionate per la produzione di pellicce.

Con questa nuova investigazione Essere Animali ha mostrato, ancora una volta, la crudeltà della produzione di pellicce in Europa: un sistema arcaico e crudele che deve essere vietato al più presto. Assieme a noi lo chiedono a gran voce decine di organizzazioni europee e soprattutto oltre un milione e mezzo di cittadini che hanno firmato la petizione dell’Iniziativa dei Cittadini Europei (Ice) che chiede all’Ue di vietare gli allevamenti, l’importazione e il commercio di pellicce.

La nostra inchiesta si inserisce proprio all’interno della campagna europea Fur Free Europe, portata avanti da una sessantina di associazioni che vogliono ottenere un divieto a un sistema di produzione crudele, superfluo e non etico. In questo quadro, le Ice sono uno strumento molto importante: nel caso si superino un milione di firme certificate, la Commissione europea sarà obbligata a discutere le richieste dei cittadini.

Questo è un momento cruciale per firmare la petizione di Fur Free Europe: la Commissione europea sta attualmente revisionando la legislazione sulla tutela degli animali. Questa revisione quindi presenta l’opportunità per introdurre un divieto in tutta l’Ue. La raccolta firme si chiuderà il 1° marzo 2023: firma anche tu ora per chiedere la fine delle pellicce!

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