Dopo aver tentato invano la strada penale – con due successive denunce, entrambe archiviate dai gip di Genova su richiesta della Procura – ora Matteo Renzi cerca di far condannare Luca Turco, il procuratore aggiunto di Firenze che lo indaga per il caso Open, sul piano disciplinare. Il leader di Italia viva ha inviato un esposto-denuncia in venti punti al ministro della Giustizia Carlo Nordio e al procuratore generale della Cassazione Luigi Salvato, cioè i due titolari dell’azione disciplinare nei confronti dei magistrati, ma anche alla pg facente funzioni della Corte d’Appello di Firenze Luciana Piras, al vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Fabio Pinelli e per conoscenza al capo dello Stato Sergio Mattarella (in quanto presidente di diritto del Csm). La nuova iniziativa era stata annunciata da Renzi il 27 gennaio scorso a margine dell’udienza preliminare, in corso ormai da quasi un anno davanti alla gup fiorentina Sara Farini.
I contenuti dell’esposto sono in gran parte gli stessi già giudicati penalmente irrilevanti dai magistrati di Genova: Renzi lamenta ancora una volta l’acquisizione del suo estratto conto bancario, che secondo lui “viola espressamente le guarentigie del parlamentare, come ribadito dal Senato della Repubblica nell’atto con cui è stato sollevato conflitto d’attribuzione tra poteri dello Stato” di fronte alla Corte costituzionale. Nonché l’invio al Copasir (che ne aveva fatto richiesta) del contenuto dei dispositivi elettronici sequestrati al suo amico Marco Carrai, dopo che il sequestro era stato annullato dalla Cassazione. E conclude evocando un “fumus persecutionis” e chiedendosi “se questo modus agendi richieda un intervento quantomeno di tipo disciplinare”. La scelta di aprire o meno una procedura contro Turco spetta al ministro Nordio, che con Renzi ha ottimi rapporti e durante un question time in Senato, a dicembre, aveva annunciato un’indagine conoscitiva con “assoluta priorità” sul caso dei documenti trasmessi al Copasir.