Gli atti dell’inchiesta sui presunti falsi in bilancio della Juventus finiscono ad altre sei procure per accertamenti legati a possibili reati connessi ai rapporti fra la società bianconera e altre squadre. La mossa della procura di Torino era nell’aria da tempo e si è concretizzata negli scorsi giorni. L’indagine penale potrebbe quindi allargarsi coinvolgendo altri club di Serie A. Nelle carte finora note erano diverse le “partnership” ipotizzate dagli inquirenti. Le procure a cui sono state inviate le carte sono Bologna, Udine, Bergamo, Genova, Cagliari e Modena, perché competenti territorialmente in ragione delle squadre su cui potrebbero essere svolti accertamenti.
La decisione è stata presa, su richiesta degli inquirenti delle altre 6 città, a circa un mese – la data è il 27 marzo – dall’inizio dell’udienza preliminare davanti al giudice Marco Picco che dovrà stabilire se Andrea Agnelli e gli altri imputati dovranno affrontare il processo o meno. Prima di questa decisione, con ogni probabilità, l’udienza subirà uno stop immediato legato alla richiesta delle difese di spostare il dibattimento a Milano o in subordine a Roma perché è lì che si sarebbe eventualmente consumato il reato di aggiotaggio informativo, legato ai comunicati della Juventus sulla prima manovra stipendi e alla chiusura dei bilanci contestati.
Secondo la procura, invece, la “sede” dell’inchiesta e quindi del processo è Torino poiché i comunicati venivano inviati nel sistema informativo della Borsa dalla sede della Juve ed erano immediatamente disponibili al mercato, nonché immodificabili. Il giudice potrà stabilire di dirimere la questione da sé oppure potrebbe fermare l’udienza e chiedere alla Cassazione di dirimere la questione stabilendo definitivamente qual è la sede di competenza dove eventualmente andranno giudicati gli imputati. Se si finirà davanti alla Suprema Corte è scontato uno stop di alcuni mesi prima che la questione venga discussa e i giudici si pronuncino.