È una vicenda le cui radici affondano nell’accordo siglato il 21 marzo 1967 che riguardava l'hotel Cipriani, sull’isola veneziana della Giudecca
Chissà se hanno brindato sorseggiando un Bellini ideato dal capostipite Giuseppe Cipriani nel 1948, o se hanno fatto tintinnare le coppe di champagne. In ogni caso, si è conclusa la lunga battaglia dei Cipriani, una specie di guerra dei cinquant’anni combattuta da uno stuolo di avvocati a colpi di carte bollate, cause e diffide riguardanti l’utilizzo del marchio famoso in tutto il mondo. Da una parte il veneziano Arrigo, proprietario dell’Harry’s Bar, che nell’attesa della pace è diventato il grande vecchio della ristorazione d’alto bordo, visto che ad aprile compirà 91 anni. Sull’opposta barricata la catena Belmond dell’imprenditore Bernard Arnault, il cui nome si lega a LVMH, il colosso francese che controlla i due terzi del mercato del lusso nel mondo. Il signor Arrigo e “mister Vuitton” se le sono suonate di santa ragione a causa dell’utilizzo del nome Cipriani.
È una vicenda le cui radici affondano nell’accordo siglato il 21 marzo 1967 che riguardava l’hotel Cipriani, sull’isola veneziana della Giudecca. Era stato eretto nel 1958 da Giuseppe Cipriani, il papà di Arrigo, ma nel 1967 aveva ceduto le proprie quote. All’epoca l’intesa prevedeva che il nome Cipriani non sarebbe stato utilizzato per i successivi cinque anni. Nel 1976 l’albergo era stato acquistato dall’imprenditore statunitense James B. Sherwood presidente della Sea Containers, poi era passato alla Belmond che nel 2018 è entrata a far parte del gruppo di Bernard Arnault. Quando Arrigo Cipriani è sbarcato a New York, con un ristorante sulla Quinta Strada, sono cominciate le azioni giudiziarie, proprio a casa del cognome Cipriani, che trovavano sostegno nell’accordo siglato nell’ormai lontanissimo 1967. La situazione si è ripetuta quando il ristoratore veneziano è sbarcato a Londra, tanto che in quella occasione ha dovuto cambiare l’intestazione. Ultimo capitolo, Casa Cipriani a Milano. Ogni volta si ripeteva la stessa situazione, con l’avvio di cause a tutela dell’esclusività del marchio. Arrigo non è rimasto a guardare, e a sua volta ha citato la Belmond che nel “Cipriani Saint Tropez”, in Costa Azzurra, aveva copiato le seggiole dell’Harry’s Bar.
Le guerre non possono durare all’infinito e oltre mezzo secolo dopo il primo contratto, i contendenti hanno deciso di siglare la pace. Prima clausola: soltanto l’albergo della Giudecca potrà fregiarsi dell’intestazione “Hotel Cipriani”, mèta di vip e attori del cinema. Praticamente un pezzo unico al mondo. Seconda clausola: il gruppo imprenditoriale di Arrigo Cipriani ha il via libera per l’espansione della propria attività di ristorazione e alloggio d’alto bordo, grazie a licenze concesse da Belmond. Ecco il testo dell’annuncio dato da “Belmond, Maison del Gruppo Lvmh e famiglia Cipriani”, che “mette fine a ogni contenzioso tra le due parti riguardante la proprietà intellettuale”. In premessa si ricorda che le azioni legali, con i successivi procedimenti giudiziari, risalivano a prima dell’acquisto di Belmond da parte di Lvmh. “Il nuovo accordo stabilisce una volta per tutte i rispettivi diritti delle parti in merito ai marchi Cipriani nelle diverse aree del mondo. Tale accordo permetterà lo sviluppo di questi formidabili brands all’interno di un contesto legale chiaro e ben definito”. Il marchio Cipriani appartiene a Belmond per l’Europa, alla famiglia di Arrigo per il resto del mondo; ma i francesi concedono “licenze esclusive a lungo termine al gruppo Cipriani in Europa per il funzionamento di ristoranti e di attività ricettive a marchio Cipriani”. Tra queste anche Casa Cipriani a Milano.
Nessuno ha pagato nulla all’avversario da un punto di vista economico, anzi potrebbe perfino nascere una collaborazione su alcuni progetti. Il commento di Roeland Vos, amministratore delegato di Belmond: “L’accordo con Giuseppe Cipriani (figlio di Arrigo, ndr) e la sua famiglia segna l’inizio di una nuova era per Belmond e il Gruppo Cipriani. Siamo molto orgogliosi dell’Hotel Cipriani, il nostro hotel mitico a Venezia, il suo luogo magico e le esperienze uniche che è in grado di offrire ai suoi ospiti. Siamo lieti che la famiglia Cipriani possa continuare con successo l’attività nel mondo dell’hospitality di alta qualità”. Commento dell’amministratore delegato Giuseppe Cipriani: “Siamo grati a Belmond e al signor Arnault per l’apertura dimostrata nel trovare una soluzione. La nostra famiglia è presente nell’hospitality di alta qualità da quando mio nonno ha iniziato la sua attività a Venezia nel 1931. Mio padre Arrigo, i miei due figli ed io siamo riusciti a costruire sulla tradizione di Venezia e sull’eccezionale gastronomia italiana dando loro notorietà e desiderabilità mondiale. Siamo felici di poter continuare a sviluppare il nostro business di famiglia in un contesto legale chiaro”.