Oggi Mr. Rain raccoglie i frutti di anni di lavoro, ma in passato ha fatto i conti con un periodo buio. Ne parla in un’intervista a Vanity Fair: “Delusioni sul lavoro, persone di cui mi fidavo e che ho scoperto essere diversissime da come pensavo. Ma anche il fatto che ho sempre curato i miei progetti a 360 gradi, dalle otto di mattina fino all’una di notte. Negli ultimi cinque, sei anni, sono uscito con gli amici forse tre, quattro volte. Finché mi sono accorto di aver perso momenti che non torneranno più“. Tra questi, “la festa di laurea del mio migliore amico, i compleanni delle mie sorelle e dei miei due nipoti… La lista è lunga”.
A Sanremo si è piazzato terzo con Supereroi. Un risultato importante, ma Mattia Balardi – questo il suo vero nome – spiega: “La vera vittoria è stata portare a Sanremo una canzone che è un inno all’onestà con se stessi, che parla della necessità di ammettere le proprie fragilità e chiedere aiuto […]”. Lui per primo ha trovato la forza di farlo, rivolgendosi ai terapeuti: “Non riuscire a spiegarmi, a dire come mi sento, col tempo è diventato un macigno che mi pesava addosso. Ho cominciato a riflettere su questo quando ho scritto Fiori di Chernobyl e stavo uscendo da un periodo molto, molto buio. Anche la pandemia mi ha aiutato a rivalutare le mie priorità, a capire meglio quello che voglio, a mostrare le mie fragilità senza vergognarmi”.