La ragazza romana, nota a tutti per essere fidanzata con l'ex capitano giallorosso, si è lasciata andare ad un lungo sfogo: "C'è un tempo per ogni cosa... Uno per parlare e uno per tacere. Per tutta la vita ho scelto di tacere per proteggermi"
Chi sia Noemi Bocchi, ormai, è noto a tutti (anche solo per averla sentita nominare almeno una volta). 34 anni, di Roma, è stata una delle protagoniste del pettegolezzo dell’anno, ovvero quello della separazione di Francesco Totti e Ilary Blasi. Noemi, infatti, è attualmente fidanzata con il Pupone. Proprio lei, solitamente riservata, sui social si è lasciata andare ad un lungo sfogo. “C’è un tempo per ogni cosa… uno per parlare e uno per tacere. Per tutta la vita ho scelto di tacere per proteggermi“, ha esordito in un post pubblicato ieri 23 febbraio. Poi Bocchi ha spiegato: “Il più delle volte perché non venivo ascoltata dalle persone a me vicine e restare in silenzio era più facile. Tante volte perché mi sono sentita raccontare in ruoli che non mi appartenevano, ma anche i ruoli scomodi fanno parte della vita di ognuno di noi e si accettano per svariati motivi”. “Per molto tempo mi sono sentita a metà: metà qui e metà altrove – ha continuato a scrivere -. Un altrove che non conoscevo e mi faceva paura. Poi è arrivata una parvenza di benessere in cui ho iniziato a sentirmi bene, finalmente. Come per magia ogni pezzetto sparso qui e là della mia vita stava tornando al proprio posto. Lo sentivo nelle ossa, nelle lacrime e nei miei sorrisi… finalmente lo sentivo”.
E ancora ha scritto: “Mi sto riferendo a ciò che è successo nell’ultimo periodo? Forse alcune parole fanno pensare di sì e forse in parte è anche vero! In realtà mi sto riferendo ad una cosa che riguarda soltanto me e che poi ho scoperto riguardare molte donne. Grazie ai loro racconti pieni di coraggio ho trovato la forza di raccontarvi cosa inizia ad invalidare le mie giornate. Dopo i parti (ha due bimbi, nati dalla precedente relazione con Mario Caucci, ndr) ho iniziato a stare male e da tutti venivo liquidata con un: ‘hHai partorito, è normale’. Dopo 8 anni dalla seconda gravidanza ho scoperto che quello che avevo ha un nome e racchiude tutti i sintomi che ho: soffro di diastasi addominale. Ho scoperto di averla grazie ai gruppi Facebook in cui ci sono donne che con la loro testimonianza danno coraggio ad altre donne. Donne che si sostengono per superare un malessere non capito né dalle famiglie, né dalla società. Un intervento che passa come estetico, ma di estetico ha ben poco”. Infine Noemi Bocchi ha concluso: “Grazie a loro ho deciso il percorso da intraprendere e con chi! I loro racconti mi hanno fatto prendere coscienza e ho deciso di fare la mia parte condividendo il mio percorso e raccontandovi anche i sentimenti che l’articolo sulla gravidanza ha suscitato in me… sentimenti che si generano in tutte le donne che hanno patologia e si sentono rivolgere domande inopportune. Se le donne da sole sono pura forza, insieme sono uragani!”. “Ed io ti sarò vicino”, il commento del Pupone accompagnato poi da due cuori.
COS’È LA DIASTASI ADDOMINALE – Interessante, a questo punto, scoprire qualcosa di più sulla patologia di cui ha parlato Bocchi sui social: la diastasi addominale. Quali sono i sintomi, le cause e le cure? Lo ha chiarito, sul sito dell’Humanitas Medical Care, il professor Jacques Lucien Megevand, responsabile di Chirurgia Generale di Humanitas San Pio X: “Per diastasi addominale si intende la separazione del muscolo retto addominale lungo la ‘linea alba‘, la linea mediana che congiunge il muscolo retto addominale di destra e di sinistra per contenere gli organi interni – ha spiegato il medico -. A causa della distensione dell’utero e dell’aumento dell’addome durante la gravidanza, la cosiddetta linea alba formata da tessuto connettivo tende a sfibrarsi e assottigliarsi, causando così la separazione dei muscoli retti dell’addome”. Oltre all’aspetto estetico, la sintomatologia che si può presente è la seguente: mal di schiena (dorsale o lombare), ernia ombelicale e/o ernia epigastrica, gonfiore addominale, disturbi della digestione, sensazione di pesantezza nella zona pelvica alterazioni della postura in iperlordosi (accentuata curva della colonna lombare). Quali, invece, la diagnosi e soprattutto le cure? Il professionista ha spiegato: “Per riconoscere la presenza di diastasi addominale è necessaria la valutazione e la diagnosi da parte del chirurgo, tramite una visita specialistica chirurgica, e l’aiuto di un’ecografia per poter verificare lo stato della parete addominale. Si interviene chirurgicamente. Si tratta di un intervento delicato, da eseguire in centri specializzati con competenze specifiche L’operazione prevede la riparazione della diastasi con suture particolari o il posizionamento di reti sintetiche per ricongiungere in modo definitivo i muscoli retti addominali. La rete, parzialmente riassorbibile, viene posizionata sotto i muscoli e ha la funzione di irrobustire la parete addominale, riducendo al minimo il rischio di recidive”.