Il giudice monocratico di Roma Alfonso Sabella ha condannato a due mesi di carcere (con pena sospesa) Fabio Manganaro, il maresciallo capo dei Carabinieri accusato di misura di rigore non consentita dalla legge per aver bendato il giovane statunitense Gabriel Natale Hjorth, dopo averlo fermato a Roma (insieme all’amico Finnegan Lee Elder) per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 luglio 2019. Disposto anche un risarcimento di cinquemila euro in favore di Hjorth, che il 17 marzo scorso è stato condannato in secondo grado a 22 anni di carcere per l’omicidio. Testimoniando nel processo, aveva raccontato di essere stato tenuto bendato per 45 minuti: “Cercavo di capire cosa stesse succedendo, percepivo la presenza di molte persone attorno a me e qualcuno mi diceva: “Hai i minuti contati””, aveva riferito.

Nella sua requisitoria la pm Maria Sabina Calabretta aveva chiesto la condanna a tre mesi. “Coprire gli occhi di un fermato è un mezzo di contenimento? Credo di no. È uno strumento non necessario di contenzione che aggrava la limitazione della libertà personale, una limitazione non consentita”, aveva detto. Per l’avvocato di parte civile, Francesco Petrelli, “il trattamento riservato a Natale Hjorth non ha una spiegazione logica e il nostro ordinamento non può consentire che venga limitata la dignità di una persona”. Per il difensore di Manganaro Roberto De Vita, invece, “si è descritto questo fatto come se fossimo in un carcere nicaraguense mentre l’obiettivo del bendaggio era il rasserenamento della condotta che avrebbe potuto tenere Natale Hjorth”.

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