Il presidente russo Vladimir Putin chiese a Romano Prodi di “premere sull’allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, perché permettesse a Berlusconi di riavere il passaporto, che gli era stato ritirato per motivi giudiziari, in modo da consentirgli di andare alla sua festa di compleanno“. A raccontarlo è il protagonista, l’ex premier ed ex presidente della Commissione Ue Prodi, che al Corriere della Sera spiega di non conoscere gli eventuali “intrecci economici” tra Putin e l’ex cavaliere ma di sapere “per esperienza diretta che quelli personali erano strettissimi”. La prova? “Una volta, quando governavo, ero con Putin e il premier francese“. E da Putin arrivò, appunto, quella richiesta. “Risposi che la cosa non si poteva proprio fare. E meno male che il collega francese spiegò a Putin che avevo ragione”.

Putin in questa guerra arrivata al giro di boa del primo anno “ha fatto tre errori di valutazione”, per Prodi. “Oltre ai soldati”, troppo pochi, “pensava che gli ucraini lo abbracciassero e che l’ovest non avrebbe reagito. Si è sbagliato su tutta la linea. E ora la via d’uscita diventa più difficile”. Quanto alla possibile intercessione della Cina, che ha appena presentato ufficialmente il piano di pace in 12 punti elaborato dai vertici del Partito Comunista, “a me pare che Russia e Cina siano alla stessa distanza del primo giorno di guerra. Se Pechino fornirà armi, allora le cose cambieranno”.

Il conflitto in Ucraina, nonostante i sondaggi che mostrano la contrarietà degli italiani all’invio di armi, è la polizza di assicurazione per il governo Meloni? “Non necessariamente. La via è obbligata per tutti i governi europei. Nato e Ue non hanno mai coinciso tanto come oggi. Semmai, chiediamoci perché gli Stati Uniti privilegino l’alleanza con i Paesi est-europei; perché Biden sia andato a Varsavia ma non a Bruxelles. Gli Stati Uniti dovrebbero avere interesse a un’Europa unita. Ma non vorrei che premessero sull’Europa orientale e le sue nove nazioni perché i restanti 18 membri capiscano come va declinata l’alleanza atlantica. D’altronde, questo è possibile perché manca una politica estera e di difesa comune all’Ue”.

Rispetto alla percezione all’estero della politica italiana, Prodi afferma: “Temono la politica-petardo. I partiti tradizionali sono in crisi ovunque, ma siamo l’unico Paese dove un partito o un leader prende il 40%, e pochi mesi o anni dopo il 4%. Pensiamo a Renzi, al M5s, alla Lega. La domanda che si fanno all’estero è se alla fine vincerà davvero la politica, o se il governo Meloni sarà l’ennesimo petardo”.

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