Il suo segreto? "In tutti questi anni si è rinnovato ma la sua essenza è rimasta immutata. Così è diventato iconico", ci spiega il Cavalier Caovilla accogliendoci nel suo regno incantato, dove il 24 febbraio prossimo - durante la Settimana della Moda milanese - aprirà i battenti la mostra che ne celebrerà l'anniversario
Quando le porte dell’ascensore si aprono al decimo piano dello stabile al numero 10 di Corso Matteotti sembra di essere in un sogno. E, in effetti, sulla parete di fronte campeggia proprio la scritta dorata “L’arte di far sognare“. Guardandosi intorno, è un luccichio unico: si è circondati dalle scintillanti creazioni di Renè Caovilla. Non semplici scarpe, ma pezzi che hanno fatto la storia della moda e del design. Come l’iconico modello Cleo, quello “a molla”, per intenderci, che fu esposto anche al Moma di New York, che quest’anno festeggia 50 anni ma è ancora più contemporaneo che mai. Il suo segreto? “In tutti questi anni si è rinnovato ma la sua essenza è rimasta immutata. Così è diventato iconico”, ci spiega il Cavalier Caovilla accogliendoci nel suo regno incantato, dove il 24 febbraio prossimo – durante la Settimana della Moda milanese – aprirà i battenti la mostra che ne celebrerà l’anniversario. Queste scarpe per lui sono linfa vitale: non se ne separa mai. Anche quando va in vacanza, mette in valigia almeno una delle sue scarpe così da poterla ammirare e rimirare quando ne ha voglia: “Noi Caovilla siamo nati per i sogni e viviamo per creare sogni. Le mie scarpe mi danno gioia, sì, proprio così. Come si può non gioire davanti alla bellezza? Ecco, io per le mie scarpe provo le stesse emozioni che per un’opera d’arte. Mi fanno bene all’anima”, ci spiega. Ha 85 anni ma tiene ancora ben salde nelle sue mani le redini dell’azienda fondata nel 1934 a Fiesso d’Artico, nella riviera del Brenta, da suo padre Edoardo: “Il segreto è la passione. Non mi stanco mai di fare ricerca, le idee mi arrivano da sole. Anche prima, ho osservato il dettaglio di una porta antica e mi è venuta l’ispirazione per un nuovo modello”.
Ed stato proprio così che sono scaturite i sandali ispirati ai dettagli dei lampadari di Murano, ai mosaici della basilica di San Marco, ai pizzi di antichi ventagli veneziani, ai merletti di Burano, ritratti di dame o, ancora, alle trifore gotiche dei palazzi di Venezia. Ma soprattutto, è così che nel 1973 nacque il sandalo Cleo: durante una visita al Museo Archeologico di Napoli un dettaglio catturò la sua attenzione. Era un antico bracciale romano dorato a forma di serpente. Quella forma a spirale s’impresse nella sua mente, tanto che – una volta tornato a casa – smontò una sveglia e si mise a studiare il meccanismo della molla. L’inghippo stava tutto lì, nel riuscire a trovare un materiale che non perdesse l’elasticità. Ci riuscì e lo brevettò. E oggi, cinque decenni dopo, ogni paio resta un pezzo unico, un capolavoro di maestria artigianale realizzato ancora così, con il cinturino a molla orlato a mano e impreziosito di cristalli, perline o pietre preziose. “Tutti lo vogliono e non riusciamo nemmeno a soddisfare le richieste. Certo, abbiamo adeguato la nostra capacità produttiva e la tecnologia ci aiuta a velocizzare la produzione, abbiamo ad esempio una stampante 3D che taglia il modello con il laser, ma le decorazioni vengono fatte ancora tutte a mano. Ci vogliono in media 6-7 ore per ogni paio, ma ci sono modelli che ne richiedono addirittura 12“, ci racconta ancora il Cavalier Caovilla. I prezzi? Si va dai mille a quello su richiesta della special edition per i 50 anni tempestata di diamanti veri (sono circa 700 pietre tra brillanti cabochon e navette).
I numeri parlano da sé: il 2022 si è chiuso con un aumento di fatturato del 45%, cifra che sale a quota +54% rispetto al giro d’affari pre-Covid del 2019. A trainare la crescita sono i mercati esteri, Stati Uniti e Medio Oriente in primis, seguiti da Europa (Italia inclusa) e Asia, con la Cina che spicca in particolare. E pensare che tutto è iniziato nei primi del Novecento in un piccolo paesino del Veneto: “La riviera del Brenta era un centro di calzaturifici, oggi siamo rimasti solo noi a fare business con il nostro proprio marchio. Gli altri o hanno chiuso o venduto”. Ipotesi, quest’ultima che esclude categoricamente: il Cavaliere non intende cedere alle lusinghe dei colossi del lusso perché il valore della sua azienda “non è barattabile con nessuna cifra al mondo”. La vera forza sta nei giovani, anzi, giovanissimi: da una parte, i ragazzi che hanno preso il posto dei genitori in fabbrica, dall’altra i cosiddetti “rich kids” che possono permettersi queste calzature. I primi hanno tra i 35 e i 45 anni e sono tutti professionisti specializzati: da chi segue l’ufficio stile agli artigiani che fissano una ad una le decorazioni, è grazie a loro se l’impresa del ricambio generazionale si è compiuta con successo. Di contro, l’età media delle clienti di Caovilla è tra i 20 e i 30 anni: “Un tempo erano le madri a calzare le mie scarpe, ora sono le figlie. E non posso fare a meno di emozionarmi quando mia nipote mi mostra i video delle sue amiche piuttosto che delle influencer che su TikTok le sfoggiano“. Animato da questo entusiasmo, Renè Caovilla non si è lasciato scoraggiare né dalle difficoltà della pandemia né dalla crisi economica: “Ho già pronto il fatturato del 2023 e posso ritenermi sinceramente soddisfatto. Nei prossimi mesi abbiamo in programma una serie di aperture sia di nuove boutique che di collaborazioni con partner”. D’altra parte, in tempi di incertezza e cambiamento come quelli che stiamo vivendo, in cui si assiste ad un progressivo sgretolamento dei punti di riferimento, ecco che istintivamente si naviga a vista in cerca di porti sicuri, nella moda come in ogni altro ambito. Ed ecco quindi che sono i capisaldi dello stile a diventare ancora più speciali perché si tende ad acquistare i pezzi che già hanno passato indenni la prova del tempo, consacrandosi all’iconicità. Proprio come il sandalo Cleo.