Aggressioni, insulti in un generale clima di violenza. Il personale medico e infermieristico è stato oggetto più volte di assalti da parte di pazienti o di parenti. Ieri l’ultimo episodio: vittima una infermiera pediatrica del Policlinico Umberto I di Roma che è stata insultata e colpita al volto da una donna. L’operatrice del pronto soccorso pediatrico – spiega la Cisl Fp Roma Capitale Rieti – è stata attaccata nel parcheggio dell’ospedale dalla madre di un giovane paziente. L’operatrice è stata colpita con delle chiavi. È un “episodio inaccettabile” e “la solidarietà non basta”, avverte il sindacato. “Pretendiamo uno stop immediato alla violenza nei posti di lavoro”, con “interventi immediati da parte del Policlinico e della Regione Lazio. Bisogna subito rafforzare la vigilanza in tutti i punti di accesso dei pazienti, anche di quelli pediatrici”, sottolinea Giovanni Fusco, segretario territoriale Cisl Fp. “Al presidente Rocca chiediamo discontinuità con il passato: ascolti le nostre proposte e intervenga”, scrive in una nota. Secondo quanto riporta Il Messaggero all’operatrice sarebbe stato contestato che il figlio veniva “trascurato”.
“Stigmatizzare episodi inaccettabili come questo non basta – ammonisce Fusco – Soprattutto di fronte al ripetersi di fatti che si possono prevenire e fermare prima che degenerino. L’ultimo caso al policlinico è dello scorso marzo e anche lì era stato coinvolto un operatore sanitario che è stato colpito con pugni e calci che provocarono gravi danni fisici tra cui la rottura di numerose costole. Chiediamo da anni piani con misure concrete per la sicurezza degli operatori in sanità. I timidi passi compiuti dalle istituzioni in questi mesi, con il ripristino di qualche ufficio di sicurezza nei nosocomi romani, si dimostrano, come avevamo avvertito, troppo poco. Basti pensare che l’accesso del pronto soccorso pediatrico, teatro della violenza di ieri, è del tutto sguarnito sia di presidi di polizia che della presenza di guardie giurate. Così non si può andare avanti”, incalza il sindacalista.
“La condizione che si trova a vivere chi lavora nelle aziende ospedaliere e sanitarie è drammatica – denuncia il segretario della Cisl Fp Roma Capitale Rieti – Sono anni che come Cisl insistiamo su questo tema: la sicurezza sul lavoro non è negoziabile. Le aggressioni e le violenze che si susseguono nelle strutture capitoline, e all’Umberto I in particolare, generano un clima di preoccupazione e paura che non possiamo tollerare. E questo vale sia per chi lavora in prima linea per salvare vite e salvaguardare la salute delle persone, sia per i cittadini che si rivolgono al Servizio sanitario regionale. Consentire agli operatori di lavorare in sicurezza e serenità deve essere la priorità di ogni datore di lavoro. E bisogna fare di tutto per garantirla. Anche agendo a monte del problema: bisogna assumere e colmare le croniche carenze di organico del sistema sanitario, per avere più operatori nei reparti, più personale per singolo turno e quindi abbassare anche i tempi di attesa e consentire più presenza e migliore assistenza ai pazienti”.
“Il buon funzionamento dei percorsi di salute, insieme alle misure di sicurezza e prevenzione, è condizione indispensabile per stroncare il ripetersi delle aggressioni sul personale della sanità. Per questo – conclude Fusco – chiediamo un intervento immediato al neoeletto presidente della Regione, Francesco Rocca. Serve discontinuità rispetto alla passata Giunta: si apra subito il confronto con i sindacati su questo tema e si attuino istantaneamente i provvedimenti di prevenzione e sicurezza che occorrono“.