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Tensione anche in Moldavia, Mosca: “Se Kiev attacca la Transnistria reagiremo”. Nato: “Aiuteremo la Difesa di Chisinau”

La denuncia del dicastero guidato da Serghej Lavrov arriva attraverso un comunicato: "Mettiamo in guardia gli Usa, i Paesi della Nato e i reparti ucraini dal compiere nuovi passi avventurosi". La replica di Stoltenberg: "È importante sostenere il prima possibile i Paesi più vulnerabili di fronte all’aggressione"

Mentre la Cina presenta il suo piano di pace in 12 punti, esattamente nel giorno in cui ricorre l’anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, un altro fronte, quello moldavo, si scalda fino ai livelli di allerta, con minacce non più velate da ambo le parti. Dopo l’allarme lanciato dalla presidente di Chisinau su un possibile colpo di Stato ordinato da Mosca, la decisione della Federazione di revocare il decreto sulla sovranità del Paese e, infine, l’accusa della Russia di una false flag ucraina per simulare una finta invasione russa nella piccola repubblica, oggi è il ministero degli Esteri di Mosca a denunciare manovre militari di Kiev intorno alla Moldavia avvertendo che in caso di attacco ci saranno reazioni. Interviene anche la Nato: “Sviluppare i sistemi di difesa moldavi”.

La denuncia del dicastero guidato da Serghej Lavrov arriva attraverso un comunicato: “Mettiamo in guardia gli Usa, i Paesi della Nato e i reparti ucraini dal compiere nuovi passi avventurosi“, le forze armate russe “risponderanno in modo adeguato” se ci dovesse essere un attacco delle truppe ucraine alla Transnistria, regione secessionista della Moldavia dove sono di stanza circa 1.500 soldati russi. Alle parole di Mosca è seguita la replica di Chisinau che nega qualsiasi “minaccia diretta” da parte dell’Ucraina alla regione separatista filo-russa: “Il Dipartimento della Difesa sta monitorando tutti gli eventi, le azioni e i cambiamenti in atto nella regione. Affermiamo che attualmente non vi è alcuna minaccia diretta alla sicurezza militare dello Stato. Le false informazioni diffuse hanno lo scopo di seminare il panico“, si legge in una nota.

Sulla questione, però, interviene anche l’Alleanza Atlantica, con il segretario generale Jens Stoltenberg già pronto a offrire supporto militare alla piccola repubblica, nonostante questa non sia un membro Nato. “Siamo preoccupati dalle sfide che sta affrontando la Moldavia – ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa – È un alleato stretto della Nato, abbiamo firmato un’intesa per rafforzare la nostra partnership e abbiamo deciso di sostenere lo sviluppo di capacità di difesa su misura per aiutare il Paese. Accogliamo gli sforzi per supportarla anche dai nostri alleati, singoli o in formato Ue. È importante sostenere il prima possibile i Paesi più vulnerabili di fronte all’aggressione”. Parole che non lasciano intendere con chiarezza cosa si intenda per “sostenere lo sviluppo di capacità di difesa”: se questo voglia dire offrire un aiuto nello sviluppo di nuove tecnologie o se si sta parlando di una vera e propria fornitura di armi.

Intanto, il primo ministro della Moldavia, Dorin Recean, ha avuto un colloquio con l’ambasciatore statunitense a Chisinau, Kent D. Lagsdon, per discutere della situazione nel Paese e nella regione e della volontà di approfondire le relazioni fra America e Moldavia in un largo ventaglio di campi, come l’energia, la sicurezza, le infrastrutture, l’economia. Recean ha elencato le priorità del governo e gli sforzi compiuti dalle autorità per mantenere la pace e la sicurezza nella regione.