Sono note le paurose inefficienze dei servizi ferroviari offerti in Lombardia da Trenord. Infatti la compagnia ferroviaria detiene il record della peggior percentuale di puntualità dei treni che è dell’82%, contro il 90% della media delle altre regioni. Sono numerose le soppressioni quotidiane di treni. Non erano note invece le inefficienze relative ai sistemi di pagamento e della bigliettazione. A questo proposito sorprende non poco la recente lettera inviata da Trenord ai suoi clienti che recita:
“A seguito di una verifica contabile relativa all’anno 2022 abbiamo riscontrato un problema tecnico che ha determinato il mancato pagamento di alcuni titoli di viaggio da Lei acquistati sull’App Trenord tra maggio e agosto 2022 attraverso il metodo di pagamento PayPal”. Si tratta delle migliaia di biglietti di corsa semplice emessi da Trenord e che non sono stati contabilizzati entro i 30 giorni previsti dal sistema in uso.
In pratica per ben 5 mesi Trenord non ha controllato e quindi non si è accorta che non c’era la corrispondenza digitale delle richieste degli utenti con la disponibilità di PayPal. Ora visto l’ammanco certamente elevato si cerca di correre ai ripari con questa lettera che rivela la negligenza dell’operatore ferroviario. Solo un’azienda garantita, monopolista e inefficiente come Trenord può non accorgersi di tale ammanco. La responsabilità del mancato pagamento non è da attribuire alla carta PayPal, perché in caso di mancato funzionamento questo andava denunciato subito. Certamente non ci sono responsabilità degli utenti. Questo episodio dimostra che le risorse pubbliche trasferite a Trenord sono talmente tante che nessuno bada a verificare i ricavi giornalieri dalla vendita dei biglietti. Dimostra anche che anche nel settore commerciale il sistema organizzativo fa acqua.
Trenord, con questa lettera, cerca di rimediare a un suo errore madornale. Non solo non chiede scusa, ma aggrava l’importo per i biglietti non contabilizzati, richiedendo il loro importo non riferito alle tariffe del periodo maggio-giugno, bensì a quelle aumentate del 3,5% di settembre. Un atteggiamento arrogante, inqualificabile. Se la qualità del trasporto non contribuisce a fidelizzare i pendolari, anche la bigliettazione non aiuta a rendere attrattivo il trasporto ferroviario per lasciare a casa l’automobile e ridurre i rischi d’incidente sulle strade, la congestione e l’inquinamento.
Basti pensare che, per caricare gli abbonamenti, mensili o annuali, i pendolari devono essere in possesso di una tessera che costa 10 euro. Tessera che in questo periodo non è utilizzabile visto che la gran parte delle stazioni ferroviarie (quelle di piccole e medie dimensioni) è ancora priva delle emettitrici di nuova generazione. Già è un’impresa viaggiare; lo è diventato anche comprare un biglietto. Alla faccia della semplificazione.