Ieri alcuni manifestanti hanno protestato contro il governo dopo la preghiera del venerdì a Zahedan, capoluogo provinciale del Sistan-Baluchistan nel sud est dell’Iran, come ormai succede regolarmente ogni settimana da settembre, quando iniziarono le dimostrazioni scatenate dalla morte di Mahsa Amini
Amnesty International ha denunciato “la morte in custodia da parte della polizia iraniana del manifestante beluci di 24 anni Ebrahim Rigi, il 22 febbraio”. Per l’organizzazione non governativa è stato “torturato”, e ciò “mostra ancora una volta l’orribile attacco delle autorità iraniane al diritto alla vita”. Il sito Haalvsh, che monitora le violazioni dei diritti umani nel Baluchistan, ha scritto che Rigi, medico, è stato arrestato il 13 ottobre a Zahedan. Rilasciato su cauzione è stato poi nuovamente arrestato il 22 febbraio. Portato alla stazione di polizia sarebbe morto un’ora dopo. Secondo i parenti sul suo corpo vi erano lividi e ferite.
Ieri alcuni manifestanti hanno protestato contro il governo dopo la preghiera del venerdì a Zahedan, capoluogo provinciale del Sistan-Baluchistan nel sud est dell’Iran, come ormai succede regolarmente ogni settimana da settembre, quando iniziarono le dimostrazioni scatenate dalla morte di Mahsa Amini, la 22enne di origine curda che ha perso la vita il 16 settembre a Teheran dopo essere stata messa in custodia dalla polizia morale perché non portava il velo in modo corretto. “Giuriamo sul sangue dei nostri compagni che resisteremo fino alla fine”, è stato uno degli slogan gridati dai manifestanti, fa sapere Bbc Persian, in riferimento alle persone arrestate o uccise durante le dimostrazioni di questi mesi. I manifestanti hanno iniziato a marciare una volta usciti dalla moschea di Makki che, secondo rapporti di attivisti, in mattinata era stata blindata dalle forze di sicurezza mentre in città era stato fortemente limitato l’accesso a internet e alcune persone erano state picchiate e arrestate dagli agenti.
Attivisti hanno parlato di un “assedio” all’edificio religioso da parte delle forze di sicurezza, denunciando arresti e pestaggi di persone che tentavano di partecipare alla preghiera del venerdì nella maggiore moschea della minoranza sunnita in Iran.
Foto di archivio