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Valle d’Aosta, il governo Testolin muore prima di nascere: al governatore in pectore manca la maggioranza. Si va alle elezioni anticipate

Testolin, presidente designato dall'Union Valdôtaine, avrebbe dovuto contare su 19 voti, ma all’appello ne sono mancati due. L'affossamento della candidatura è con tutta probabilità un segnale lanciato da quella corrente del partito che ancora spera in un’apertura a destra. Ora l'assessore allo Sviluppo economico Luigi Bertschy resterà in carica come presidente per la sola e ordinaria amministrazione fino al 25 marzo, dopodiché si tornerà ad elezioni

Con lo stupore di tutto il consiglio regionale e per la prima volta nella storia della Valle d’Aosta, un governo viene affossato ancora prima di vedere la luce. Renzo Testolin, che venerdì sera sarebbe dovuto diventare presidente della Regione alpina, non ha raggiunto la maggioranza di 18 voti necessari, fermandosi a 17. La votazione si è svolta a scrutinio segreto e con un curioso sistema “a crocette” voluto dal gruppo della Lega: a ogni consigliere è stato consegnato un foglio con i nomi di tutti e 35 i membri dell’assemblea e accanto una casellina da barrare. Verso le nove di sera, quando tutti erano pronti per tornare a casa dopo una lunga giornata di dibattiti in cui non era trapelata alcuna tensione, la maggioranza teorica è andata sotto. Proprio nell’assemblea straordinaria che era stata convocata appositamente per la costituzione del nuovo governo regionale, che avrebbe compreso la vecchia maggioranza di centrosinistra più Pour L’Autonomie, il partito personale dell’ex presidente Augusto Rollandin.

Testolin, presidente designato dall’Union Valdôtaine, avrebbe dovuto contare su 19 voti, ma all’appello ne sono mancati due. Dopo la votazione i consiglieri che avrebbero dovuto dare vita al nuovo governo sono rimasti dentro il palazzo regionale per una riunione straordinaria. Nessuno ha voluto rilasciare dichiarazioni, salvo il mancato presidente, che all’uscita da palazzo Deffeyes ha affermato: “Provo solo molta amarezza”. L’affossamento della sua candidatura, infatti, è con tutta probabilità un segnale lanciato da quella corrente del partito che ancora spera in un’apertura a destra. Ora tutti gli occhi sono puntati sul consigliere regionale Aurelio Marguerettaz, alla quale Lega e Forza Italia avevano promesso la presidenza della Regione in caso di “ribaltone”. Dall’inizio della legislatura Marguerettaz non ha mai nascosto di voler sganciare l’asse autonomista dal Partito democratico, ma dopo la bocciatura (a inizio febbraio) del suo progetto politico da parte della dirigenza dell’Union Valdôtaine la situazione sembrava essersi pacata: il consigliere si era apparentemente fatto da parte, rinunciando anche a incarichi di governo. E in assemblea il suo intervento, atteso con una certa tensione, è stato molto “neutro”: Marguerettaz si è limitato a dire che avrebbe gradito una soluzione diversa, ma che avrebbe rispettato la decisione del suo movimento di restare nel centrosinistra per coerenza nei confronti del suo gruppo.

Dopo il suo discorso – che poteva essere l’unico a creare scompiglio tra le file della maggioranza – la situazione sembrava tranquilla, e i 19 voti per dar vita al Testolin bis ormai garantiti. Così però non è stato e subito si è aperta la caccia all’”altro” voto mancante (dando per scontato quello di Marguerettaz). Ma c’è anche un’altra ipotesi per spiegare la bocciatura del governo Testolin, che non ha nulla a che vedere con la “voglia di destra” ma conduce al governatore uscente Erik Lavevaz e all’ex assessore alla sanità Roberto Barmasse. Il primo, che si è dimesso a gennaio proprio a causa dello stallo interno al partito, non vede l’ora di tornare alle elezioni, stanco dei “giochi di palazzo” e del distacco dalla volontà della base. Il secondo, medico prestato alla politica, avrebbe un po’ di amarezza per essere stato spodestato in malomodo dal suo incarico. Insomma, l’Union Valdôtaine, che ha appena annunciato la “riunificazione” di tutte le forze autonomiste e avrebbe voluto rilanciarsi con il nuovo governo, si ritrova oggi allo sbando. L’assessore allo Sviluppo economico Luigi Bertschy resterà in carica come presidente per la sola e ordinaria amministrazione fino al 25 marzo, dopodiché si tornerà ad elezioni anticipate.