Frequentare l’Università di Bologna spendendo solo 75 euro al mese per un posto letto. Un miraggio che è diventato un’opportunità che il Comune di San Benedetto Val di Sambro, un piccolo centro dell’Appennino bolognese, offre agli studenti. Bologna, da sempre, è una meta ambita per frequentare l’università. Nell’ultimo anno, però, con l’aumento esponenziale dell’inflazione, è diventato quasi impossibile trovare una camera in affitto che non costi quanto, prima della crisi, si pagava per un intero bilocale. Una sola stanza viene affittata per una cifra che oscilla tra i 500 e i 600 euro e, addirittura, tempo fa all’università è comparso un annuncio che offriva la locazione non di un posto letto ma di un divano, a 300 euro.
Così, il sindaco di San Benedetto, Alessandro Santoni, invita gli studenti ad andare a vivere nel suo piccolo borgo, per riuscire a realizzare il sogno di studiare all’Università di Bologna. “È un progetto di comunità studentesca nato nel 2018 – spiega – che il Comune sta portando avanti con la collaborazione di Er.go (l’azienda regionale per il diritto allo studio) e Unibo. L’Appennino è in grado di accogliere gli studenti e, ora che a Bologna non si trovano più case, è un’occasione ancora più vantaggiosa. Qui da noi, al contrario, il patrimonio immobiliare sfitto è rilevante e, con il costo di un caffè e una brioche al giorno, si può avere un posto letto”.
San Benedetto è raggiungibile in treno da Bologna in poco più di mezzora, 25 minuti se si prende l’unico collegamento diretto della giornata. L’abbonamento non costa tanto, 59 euro al mese, ma chi vivrà nel paesino dell’Appennino dovrà dire addio alla movida bolognese che, da sempre, attira studenti universitari da tutta Italia. L’ultimo treno da Bologna, infatti, lascia la stazione alle 22 e 30. Il sindaco Santoni, però – spiega al Fatto Quotidiano -, ha già avviato “delle interlocuzioni con Trenitalia, Città metropolitana e Regione Emilia-Romagna, ciascuno per le proprie competenze, perché vengano attivati più collegamenti diretti e treni anche oltre le 22 e 30”.
In questo momento, gli studenti in Appennino sono venti. Ci sono sette alloggi disponibili e, grazie al bando ‘PinQua’ (Programma per la qualità dell’abitare), il Comune è riuscito ad acquistare altri cinque appartamenti che – assicura Santoni – “saranno pronti per il prossimo anno accademico”. Sono tutti bilocali che vanno dai due ai quattro posti letto. Finora, gli studenti erano alloggiati in modo sparso tra San Benedetto e altre frazioni del comune. “I nuovi appartamenti, però – spiega il sindaco –, saranno all’interno di uno stesso complesso residenziale. In questo modo, si potranno raggruppare gli studenti che hanno aderito al progetto e creare una vera e propria comunità”. Il Comune ha anche in progetto di mettere a disposizione degli spazi per universitari, come già succede per la biblioteca e la banda larga.
“La prima studentessa che abbiamo avuto – racconta Santoni – è stata una ragazza siciliana. Ora ha finito il suo ciclo di studi, si è laureata con profitto e ha lasciato il suo posto ad altri studenti. La gran parte dei giovani, in questo momento, sono stranieri: arrivano dall’Iran, dal Nord Africa, dalla Danimarca. Quelli italiani da tutte le province”.
Ma come si trovano gli studenti a vivere nel piccolo paesino? “Offriamo cose diverse da Bologna, ma non siamo così distanti dalla città. In altri capoluoghi è normale abitare a mezz’ora di treno dal centro. Qui gli universitari possono studiare con tranquillità e fare vita di comunità. Gli studenti che già abitano qui si sono integrati abbastanza bene, anche se tendono a stare tra di loro. Ora che la pandemia è finita riprenderemo ad organizzare iniziative che li facciano sentire parte della nostra collettività”. Intanto all’Università di Bologna, da una recente indagine, gli immatricolati sono risultati in calo del 6,5%, 26.421 contro i 28.248 del 2022. Una diminuzione ‘fisiologica’ e comune a tutta Italia, ma – ha riconosciuto il rettore dell’Alma Mater di Bologna, Giovanni Molari, presentando i dati dei nuovi iscritti – la difficoltà degli studenti a trovare alloggio “un po’ ha inciso” sul calo delle matricole. “Abbiamo avuto diverse segnalazioni di chi rinuncia all’iscrizione per il problema casa” ha ammesso e, più volte, in passato, ha commentato la situazione, individuando una delle cause principali nella proliferazione dei bed and breakfast che, favoriti sul fronte della tassazione, stanno sostituendo gli alloggi in affitto.