Cordoglio per le morti e un appello comune all’Europa. Il naufragio davanti alle coste crotonesi, nel quale hanno perso la vita 59 migranti (tra cui 14 bambini), dà il via a un coro di polemiche sulla necessità di una gestione sovranazionale delle frontiere esterne dell’Unione. La voce più autorevole a rivolgersi a Bruxelles è quella del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che domenica ha espresso il proprio dolore per l’accaduto, ricordando che questa “ennesima tragedia del Mediterraneo che non può lasciare nessuno indifferente. Nell’esprimere il cordoglio per le vittime, la vicinanza ai naufraghi – cui va assicurata un’adeguata accoglienza – e il ringraziamento ai soccorritori, il presidente della Repubblica”, si legge nella nota del Quirinale, “sollecita un forte impegno della comunità internazionale per rimuovere le cause alla base dei flussi di migranti; guerre, persecuzioni, terrorismo, povertà, territori resi inospitali dal cambiamento climatico. È altrettanto indispensabile“, aggiunge Mattarella, “che l’Unione europea assuma finalmente in concreto la responsabilità di governare il fenomeno migratorio per sottrarlo ai trafficanti di esseri umani, impegnandosi direttamente nelle politiche migratorie, nel sostegno alla cooperazione per lo sviluppo dei paesi da cui i giovani sono costretti ad allontanarsi per mancanza di prospettive”.
Meloni: “Non speculare” – La tragedia di Steccato di Cutro ha innescato anche un confronto durissimo tra governo e le ong, colpite di recente da un decreto restrittivo del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che vedono in questa catastrofe un “desolante vuoto di soccorsi“. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni esprime “profondo dolore per le tante vite umane stroncate dai trafficanti di uomini”, ma subito dopo passa all’attacco: “Si commenta da sé l’azione di chi oggi specula su questi morti, dopo aver esaltato l’illusione di un’immigrazione senza regole”. Il governo, aggiunge, “è impegnato a impedire le partenze e con esse il consumarsi di queste tragedie, e continuerà a farlo, anzitutto esigendo il massimo della collaborazione agli Stati di partenza e di provenienza. È criminale“, aggiunge la nota di palazzo Chigi, “mettere in mare una imbarcazione lunga appena venti metri con ben duecento persone a bordo e con previsioni meteo avverse. È disumano scambiare la vita di uomini, donne e bambini col prezzo del “biglietto” da loro pagato nella falsa prospettiva di un viaggio sicuro”.
Piantedosi: “Contrastare la filiera dei trafficanti” – Il ministro dell’Interno Piantedosi esprime “profondo cordoglio” per le “vite umane spezzate”: “È una tragedia immane che dimostra come sia assolutamente necessario contrastare con fermezza le filiere dell’immigrazione irregolare, in cui operano scafisti senza scrupoli che pur di arricchirsi organizzano questi viaggi improvvisati, con imbarcazioni inadeguate e in condizioni proibitive”. Per questo, argomenta, “è fondamentale” fermare le partenze ed è fondamentale “che non vengano in alcun modo incoraggiate traversate che, sfruttando il miraggio illusorio di una vita migliore, alimentano la filiera dei trafficanti e determinano sciagure come quella di oggi”. “Una tragedia. Ormai gli scafisti mettono in mare barchini sempre meno sicuri e malandati incassando, sulla pelle di queste persone, milioni di dollari reinvestiti in armi e droga. Fermare i trafficanti di esseri umani è un dovere morale di tutti, soprattutto per salvare vite innocenti. Una preghiera per questi poveri morti”, scrive invece invece il ministro delle Infrastrutture e leader della Lega Matteo Salvini in un post su Instagram.
L’appello corale: “Intervenga Bruxelles” – Anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, si rivolge a Bruxelles: “L’Europa comprenda che l’immigrazione clandestina è un problema di tutti e che l’Italia non può e non deve essere lasciata sola. A fronte della legittima e doverosa accoglienza per coloro che ne hanno diritto, occorrono politiche europee che impediscano agli scafisti di fare affari sulla pelle delle persone e soprattutto il ripetersi di simili tragedie”. Sulla stessa linea il ministro della Difesa Guido Crosetto: “L’Europa deve far sentire la sua voce e dev’essere una voce unica, corale, condivisa tra Stati e istituzioni, battendosi per la pace ovunque, investendo nella crescita dei paesi più poveri, offrendo asilo e possibilità di ingresso strutturati, controllati, legali e gratuiti, facendo accordi con i Paesi di partenza dell’immigrazione illegale”. E pure il segretario uscente del Pd Enrico Letta: “Bisogna assolutamente fermare questa strage in mare, bisogna che ci siano politiche europee e nazionali per fermarla. Io insisto nel dire che questa tragedia non può rimanere senza risposta a livello europeo”. Per il segretario della Cei, l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, “occorrono scelte e politiche, nazionali ed europee, con una determinazione nuova e con la consapevolezza che non farle permette il ripetersi di situazioni analoghe”. “L’orologio della storia non può essere portato indietro e segna l’ora di una presa di coscienza europea e internazionale – aggiunge -. Che sia una nuova operazione Mare Nostrum o Sophia o Irini, ciò che conta è che sia una risposta strutturale, condivisa e solidale tra le Istituzioni e i Paesi. Perché nessuno sia lasciato solo e l’Europa sia all’altezza delle tradizioni di difesa della persona e di accoglienza”. Una presa di posizione dura anche quella della Comunità di Sant’Egidio: “Chiediamo soprattutto all’Europa di uscire dal suo torpore e da logiche di chiusura che non favoriscono l’immigrazione regolare, incrementando la cooperazione e attivando subito un ‘piano speciale’ di aiuti e di sviluppo per i paesi di provenienza dei migranti, sull’altra sponda del Mediterraneo e nell’Africa subsahariana. “Se non si affronta questo nodo che potrebbe fornire, almeno a medio termine, una risposta concreta, con la creazione di posti di lavoro e un futuro vivibile nei paesi di partenza, insieme a nuove politiche sull’immigrazione, saranno purtroppo inevitabili nuove tragedie del mare o nel deserto africano”.
Tajani: “Accordo Ue con gli Stati di partenza” – Il ministro degli Esteri Antonio Tajani plaude all’intervento del presidente della Repubblica: “Ha ragione Mattarella a voler convincere gli europei che settemila chilometri di coste italiane sono la frontiera esterna dell’Ue e non vogliamo più assistere a drammi come quelli di oggi. Decine di morti vittime dello sfruttamento di criminali che incassano migliaia di euro per imbarcare le persone”. Il capo della diplomazia italiana risponde poi alle accuse di aver frenato l’operato delle ong che offrivano soccorso in mare: “Nel caso del naufragio di oggi in Calabria le ong non c’entrano niente, mai le ong hanno operato in questo tratto di mare. Nessuno ha fatto la guerra alle ong, abbiamo dato delle regole, è bene che salvino, ma se si danno appuntamento con gli scafisti… E poi ricordo che la gran parte dei migranti sono salvati dalla Guardia costiera e e dalla Guardia di finanza“. Infine il capo della Farnesina lancia un messaggio a Bruxelles: questo naufragio “deve portare ad accordi coi Paesi di partenza che deve fare tutta l’Ue, deve essere incrementato l’aiuto sapendo bene che i soldi non devono essere dati a dittatori o persone che li usano per fini non legati alla crescita. Bisogna fare accordi per bloccare le partenze e questo significa non solo controllare le frontiere marittime di questi Paesi”.
Msf: “Desolante vuoto di capacità di soccorso” – “Un carico residuale in fondo al mare, vero eh? Se ci fosse stato un sistema di ricerca e soccorso forse potevano essere salvati”, scrive su Twitter il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. Anche l’Ong tedesca Sea Watch commenta sul social: “Ancora una catastrofe nel Mediterraneo. Dolore e sgomento per le vittime che si contano a decine. Uomini, donne e bambini. Intollerabile che l’unica via d’accesso all’Europa sia il mare. L’assenza di missione di ricerca e soccorso europea è un crimine che si ripete ogni giorno”.
Ancora una catastrofe nel Mediterraneo. Dolore e sgomento per le vittime che si contano a decine. Uomini, donne e bambini. Intollerabile che l’unica via d’accesso all’Europa sia il mare. L’assenza di missione di ricerca e soccorso europea è un crimine che si ripete ogni giorno.
— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) February 26, 2023
“Nel Mediterraneo si continua a morire in modo incessante in un desolante vuoto di capacità di soccorso. A poche decine di chilometri dalle coste italiane, quando la meta era davanti agli occhi, è annegato il futuro di decine di persone che cercavano una vita più sicura in Europa. È umanamente inaccettabile e incomprensibile perché siamo sempre qui a assistere a tragedie evitabili. È un pugno sullo stomaco, non ci sono altre parole. Msf ha dato la disponibilità alle autorità per attivare un primo soccorso psicologico per i sopravvissuti” fa sapere Sergio Di Dato, capo progetto People on the Move, Medici senza frontiere. “Non sono tragedie, sono il risultato di precise scelte politiche. Chi oggi esprime cordoglio, dopo aver voluto un decreto che ferma i soccorsi, non ha alcun rispetto per la vita di queste persone vulnerabili. Proviamo una profonda vergogna per l’indifferenza di chi ci governa”, scrive su Twitter l’ong spagnola Open Arms.
Non sono tragedie, sono il risultato di precise scelte politiche.
Chi oggi esprime cordoglio, dopo aver voluto un decreto che ferma i soccorsi, non ha alcun rispetto per la vita di queste persone vulnerabili.
Proviamo una profonda vergogna per l’indifferenza di chi ci governa. pic.twitter.com/gczPmujHdO
— Open Arms IT (@openarms_it) February 26, 2023
“Non è questo il momento dei mai più né il momento di battersi il petto. Le immagini di questi corpi e di queste donne ci rimandano a Aylan (il bimbo siriano morto nell’ottobre del 2015 su una spiaggia turca le cui immagini fecero il giro del mondo, ndr) e a tutto quello che è successo negli ultimi dieci anni. Tutti quelli che oggi si stupiscono o si indignano le hanno già viste tragedie simili. Il nostro, il mio personale dolore oggi è un invito a non dividersi più. Non è più il tempo dell’indifferenza”, attacca Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia. “La politica deve fare un salto di qualità e non salire su queste vicende, chi prime e chi dopo, per contrastarsi. Ci vuole buon senso e dialogo e speriamo che gli impegni che stiamo ascoltando in questi momenti e dettati dal dolore proseguano perché altrimenti domani mattina il rischio è che tutto questo torni nell’indifferenza. La domanda che mi pongo è: di nuovo abbiamo dovuto vedere i corpi dei bambini morti e delle mamme morte per poterci indignare? Non c’era bastato Aylan? Basta mai più, adesso bisogna trovare soluzioni, lo si può fare, la politica lo può fare”.
Papa Francesco: “Prego per le vittime” – “Stamattina ho saputo con dolore del naufragio avvenuto sulla costa calabrese, presso Crotone. Già sono stati recuperati quaranta morti, tra cui molti bambini. Prego per ognuno di loro, per i dispersi, per gli altri migranti sopravvissuti”, ha detto papa Francesco all’Angelus. “Ringrazio quanti hanno portato soccorso e coloro che stanno dando accoglienza. La Madonna sostenga questi nostri fratelli e sorelle”, ha aggiunto il pontefice.
Von der Leyen: “È una tragedia” – “Sono profondamente rattristata per il terribile naufragio di fronte alle coste della Calabria: la perdita di vita di migranti innocenti è una tragedia“, ha scritto su Twitter la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “Tutti insieme dobbiamo raddoppiare gli sforzi per il Patto Europeo per l’immigrazione e l’asilo e per il Piano d’azione per il mediterraneo Centrale”, aggiunge. E la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, incalza: “Gli Stati membri devono farsi avanti e trovare una soluzione. Ora. L’Ue ha bisogno di regole comuni e aggiornate che ci permettano di affrontare le sfide della migrazione. La tragedia avvenuta al largo delle coste di Crotone mi lascia rabbia e cuore spezzato. Esistono piani per aggiornare e riformare le norme europee in materia di asilo e migrazione. Gli Stati membri non dovrebbero lasciarli lì”.