Orlando Amodeo, per anni funzionario di questura, a La7: "Noi abbiamo imbarcazioni in grado di affrontare il mare anche a forza 6 o 7. Io ci sono salito e abbiamo fatto salvataggi. Bambini morti? Se fosse stato loro figlio sarebbero usciti con mare forza 21". In serata il Viminale ha minacciato querela
“Quei migranti potevano essere salvati. Non è vero che le condizioni del mare rendevano impossibile avvicinare la barca dei migranti”. A sostenerlo, durante Non è l’Arena, su La7, è stato Orlando Amodeo, per lunghi anni dirigente medico della polizia di Stato e da anni soccorritore a Crotone. A spiegare il mancato intervento delle autorità a causa del mare grosso erano stati in giornata il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e la Guardia di Finanza. “Noi abbiamo imbarcazioni in grado di affrontare il mare anche a forza 6 o forza 7 – ha detto ancora Amodeo – Io sono salito a bordo di quelle imbarcazioni, qui in questi anni, e abbiamo compiuto salvataggi in condizioni simili”. Amodeo ha raccontato che lui stesso negli anni scorsi con mare forza 7 (come quello di oggi) con un barchino da pescatore. “Si parla di questo bambino morto? Se fosse stato figlio loro sarebbero usciti anche col mare forza 21” ha concluso Amodeo.
A queste dichiarazioni è seguita una dichiarazione affidata a non meglio precisate “fonti del Viminale” che all’agenzia AdnKronos ha comunicato che “sottoporrà all’Avvocatura dello Stato le gravissime false affermazioni diffuse da alcuni ospiti in occasione della trasmissione” al fine di “promuovere in tutte le sedi la difesa dell’onorabilità del Governo, del ministro Piantedosi, di tutte le articolazioni ministeriali e di tutte le istituzioni che sono da sempre impegnate nel sistema dei soccorsi in mare”.
In conferenza stampa allestita alla prefettura di Crotone, Piantedosi nel pomeriggio aveva detto: “C’è stata una segnalazione di Frontex, un avvistamento vago per capire il target. E’ stata la precarietà con la quale è stata organizzata questa traversata che ha causato la tragedia. Perché quando è riapparsa la barca c’è stata l’impossibilità materiale di effettuare qualsivoglia manovra di avvicinamento per le condizioni meteo marine. Bisogna mettere in conto anche che i soccorsi devono non aggiungere pericolo né per i soccorritori né per le persone da soccorrere”.
Nel corso della giornata era arrivata la ricostruzione della Guardia di Finanza (in particolare il Reparto aeronavale di Vibo Valentia, competente per territorio) che aveva spiegato che il barcone probabilmente partito dalla Turchia 4-5 giorni fa era stato avvistato nella serata di ieri da un velivolo Frontex in attività di pattugliamento. E’ stato attivato il dispositivo per intercettarlo, con una vedetta e un pattugliatore veloce, “che, nonostante le proibitive condizioni del mare che questa notte insistevano lungo le coste, si sono impegnati nella ricerca”. Tuttavia, continua la nota, “le unità del Corpo, nonostante gli sforzi operati per raggiungere il target, considerate le difficili condizioni meteomarine e l’impossibilità di proseguire ulteriormente in sicurezza, facevano rientro agli ormeggi di base. Veniva così attivato il dispositivo di ricerca a terra, lungo le direttrici di probabile sbarco, coinvolgendo anche le altre forze di polizia nelle ricerche lungo la costa. Successivamente, le pattuglie e i soccorsi nel frattempo giunti sul posto, non potevano far altro che constatare lo spiaggiamento dell’unità ormai completamente smembrata”.