Società

Firenze, gli episodi di oltraggio alla Costituzione antifascista non vanno sminuiti come goliardate

“Ma quale fascismo, sono solo goliardate, sempre accadute..”

Puntuale ritorna questa frase ad ogni manifestazione di squadrismo, di apologia del fascismo, di Almirante e Rauti, di Salò… I cerchiobottisti di ogni stagione trovano sempre il modo di smorzare, sminuire, negare, buttare in ridicolo gli episodi di oltraggio contro la Costituzione antifascista. Eppure gli indizi non mancano.

Vogliamo rivedere il comizio di Meloni agli estremisti di Vox? Vogliamo riascoltare Bannon alla festa dei Fratelli d’Italia? Abbiamo dimenticato i busti del Duce a casa di La Russa? Si indignano per Fedez e tacciono su Galeazzo Bignami travestito da nazista. Controllano mezza Rai e invocano la totale occupazione di viale Mazzini. E che dire del sostegno ai Trump e ai Bolsonaro?

Quando aumentano accise e pedaggi, puntuale riparte la caccia agli ultimi, ai profughi, ai diversi, ai poveri, secondo la tecnica del sovranismo internazionale, vedi Polonia e Ungheria, per restare in Europa. Da ultima l’aggressione davanti la scuola di Firenze, e poi le minacce contro la preside scagliate dai neofascisti di Blocco studentesco e dal ministro Valditara.

Puntuale è ripartito il coro “Non aggressione, ma rissa”, le vittime trasformate in boia, gli squadristi quasi “costretti” a reagire… per fortuna, rispetto al Ventennio, ora esistono i video che hanno smentito bugie e depistaggi e confermato i pestaggi. L’aggressione c’è stata, preordinata e guidata da figuri ben noti alle cronache.

Le minacce di Valditara non sono smentibili, perché registrate. Le parole della preside sono esemplari perché ispirate alla Costituzione antifascista. Forse proprio questo ha scatenato la loro furia: le parole della professoressa Annalisa Savino discendono dalla Costituzione, sono inattaccabili, anzi meriterebbe un encomio solenne per aver difeso la Carta fondamentale riconquistata dalle lotte dei partigiani contro i nazifascisti, meriterebbe davvero di essere nominata Cavaliere della Repubblica.

Quella Carta, tuttavia, non è stata mai condivisa dai reduci di Salò, da chi considera maestri gli Almirante e i Rauti, da chi conserva i busti del Duce, da chi non ha mai spezzato il legame con le origini. A nascondere tutto questo non bastano neppure le “capacità” di Giorgia Meloni.

La marcia su Roma non tornerà, ma questi episodi indicano che è già iniziata la marcia per spiantare la Costituzione antifascista, per cancellare la memoria, e questo assalto è già partito contro l’articolo 21 della Costituzione e contro scuole e università, considerate luoghi di libera discussione e ricerca, dove non sarà facile mettere sotto controllo migliaia e migliaia di insegnanti. Per questo stanno cercando di intimidire chi, come Annalisa Savino, cerca semplicemente di rispettare la Costituzione e di non consentire altri oltraggi.

Ora spetta a ciascuno di noi reagire e non farsi inquinare dalla “indifferenza”, magari cominciando a preparare un 25 aprile che coinvolga davvero quanti hanno nel cuore la Costituzione, senza distinzione di parte o di partito, ma che si riconoscono nei valori fondanti della Repubblica: antifascismo, inclusione, solidarietà, rispetto per le differenze, libertà della ricerca, dell’insegnamento, dell’informazione, della giustizia.

Saranno capaci le opposizioni di oggi, le associazioni, i movimenti, e non solo loro di compiere un atto di generosità e di riunire quella maggioranza di italiane e di italiani, compresi quelli che non votano più, che non hanno scelto di essere governati da chi odia la Costituzione?