“È vero si è chiuso il sipario ma è finito il primo atto. La sua vita continua, la sua anima continua ad amare, a voler bene e a sentire il nostro amore”. Con queste parole don Walter Insero, rettore della basilica di Santa Maria in Montesanto (la ‘Chiesa degli Artisti’ di piazza del Popolo), ha aperto la celebrazione del funerale di Maurizio Costanzo. Un’omelia sentita, quella di don Walter, fatta da chi aveva conosciuto il giornalista da poco, “due anni fa”, ma lo aveva conoscituto bene: “Ho trovato una persona accogliente, amorevole che mi ha fatto subito una battuta. – ha raccontato a proposito del primo incontro – Abbiamo conversato e parlando, mi colpì perché mi ha raccontò la sua infanzia, la sua parrocchia. ‘Quanto lavoro fanno le parrocchie sul territorio’, mi disse. Alla fine concluse: ‘Mi sa Padre che dovrò venire da lei‘. Mi fece capire che il suo desiderio un giorno sarebbe stato che potessimo salutarlo qui e pregare per lui. Sin da bambino voleva fare il giornalista, giocava con la saponetta e con quella faceva da microfono perché voleva comunicare e intervistare […] È stato un uomo umile e leale, rispettava le opinioni degli altri, propenso a capire le ragioni degli altri […]”.
Ancora, diretto, Don Walter: “Nel suo lavoro era un po’ cinico, ma non nella vita. Era molto goloso e so che ogni tanto gli veniva spacciato un po’ di cioccolato fondente di nascosto. Poteva anche fare una sfuriata ma dopo cinque minuti era come se non fosse successo nulla, non serbava rancore. Amava i suoi figli. Il suo rapporto con Maria è di tenerezza, stima, amore, condivisione, complicità. Maurizio ha testimoniato un forte senso di protezione nei confronti dei suoi cari e dei colleghi. Ha aiutato molti artisti nel momento del bisogno. Non era attaccato al denaro, riusciva a usarlo per condividerlo anche con gli altri”.
Un’omelia commovente che ha coinvolto tutti i presenti in chiesa: “Non si professava credente, non lo era in senso stretto, era molto rispettoso. Negli ultimi tempi si è sempre più avvicinato ai valori cristiani, si è sempre chiesto cosa ci fosse dietro l’angolo e quindi dopo la morte. Si è interrogato molto anche con me, e ho visto un uomo affascinato dalla figura di Gesù.