Una deroga per consentire la vendita di veicoli endotermici – ovvero quelli con motore tradizionale o ibrido – anche dopo il 2035, purché alimentati da carburanti sintetici e biologici climaticamente neutri. Lo chiede la Germania, riportando sul tavolo il tema della neutralità tecnologica, che dovrebbe essere la bussola della transizione energetica.
“La Commissione dovrebbe presentare una proposta su come possono essere utilizzati gli e-fuel o su come possono essere classificati i motori a combustione che funzionano con carburanti neutri dal punto di vista climatico”, ha spiegato il segretario di Stato per i trasporti, Michael Theurer. Senza nulla togliere alle auto elettriche e alla loro diffusione, i tedeschi ritengono necessario promuovere anche le altre tecnologie in grado di decarbonizzare il mondo della mobilità. “Abbiamo bisogno della tecnologia dell’idrogeno e anche degli e-fuel, specialmente nei camion e nel trasporto pesante”, ha affermato Theurer.
Concetti del tutto simili a quelli che sta esprimendo il Governo italiano. “Chiediamo alla Commissione europea di affrontare con realismo i due dossier ancora in campo per dare davvero la possibilità ai cittadini di adeguarsi in tempo utile. Se questo non dovesse accadere, siamo determinati a fare in modo che i dossier passino alla prossima Commissione e al nuovo Parlamento che sarà eletto nel 2024”. Parole del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenuto in merito al bando delle vetture endotermiche e sugli standard di emissione Euro 7.
Il ministro ha espresso i suddetti concetti a Tgcom24, sottolineando che “verosimilmente, grazie alla nuova Commissione e a un nuovo Parlamento europeo, molto più consapevole, riusciremo a rivedere tappe e modalità della transizione ecologica”. Il riferimento è alle elezioni europee del 2024 che, secondo Urso, potrebbero spostare più a destra l’attuale baricentro della Commissione. Per Urso, quindi, il tema della decarbonizzazione della mobilità va affrontato con un approccio meno ideologico di quello attuale. Il governo italiano ha “una visione pragmatica e concreta”, ha sostenuto il responsabile del Mimt, sottolineando che non si possa pensare di passare dalla dipendenza energetica dalla Russia a quella “ancor più grave dalle materie prime cinesi”; la Repubblica Popolare, infatti, controlla le principali catene di materie prime per la realizzazione di batterie, di cui è il maggior produttore mondiale.
Per tali motivi, secondo il ministro, la transizione va affrontata “con neutralità tecnologica: se biometano o biocombustibili o idrogeno possono giungere allo stesso obiettivo delle auto elettriche, allora utilizziamo anche altre tecnologie”. Per raggiungere questi obiettivi politici, l’Esecutivo italiano punta ad un’alleanza di intenti con Francia e Germania, Paesi con cui l’interlocuzione in materia è già iniziata: col ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck, c’è stato un incontro il 20 febbraio scorso, mentre con Bruno Le Maire, responsabile delle finanze transalpine, è in programma un meeting il 3 marzo, a Roma. “I tre grandi paesi industriali europei possono influenzare i regolamenti europei”, ha concluso Urso.