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Beppe Grillo lancia la Chiesa dell’Altrove, la “prima religione open source”

Non si tratta della sempiterna incoronazione cinematografica, celebre e iconica, quando Grillo diretto da Luigi Comencini nel 1982 indossò tunica, sandali e barbone biondo del Cristo per girare Cercasi Gesù. Il comico genovese torna ad essere misticamente l’Elevato

di Davide Turrini

Mi faccio una chiesa. No, no, mica l’edificio per il culto con archi e portali. Qui si parla di erigere ascissa e ordinata di una nuova religione con testi laicamente sacri, omelie politiche e compagnia adorante votante. È notizia di poche ore fa: Beppe Grillo ha fondato la Chiesa dell’Altrove. E non si tratta della sempiterna incoronazione cinematografica, celebre e iconica, quando Grillo diretto da Luigi Comencini nel 1982 indossò tunica, sandali e barbone biondo del Cristo per girare Cercasi Gesù. Il comico genovese torna ad essere misticamente l’Elevato. Un po’ come Baba Bedi XVI, il papà dell’attore Kabir Bedi (Sandokan), che nel 1961 fondò in India prima l’Istituto di Ricerca sul Non-Conosciuto poi nel 1972 trasferitosi in Italia sviluppò la Filosofia Acquariana.

Vibrazioni, onde psichiche, ma soprattutto culto, in questo caso molto bonariamente ascetico, ma rivolto totalmente verso una singola persona: se stessi. Un monoteismo fai da te, modello James Warren Jones che prima del suicidio di massa in Guyana trottava sulle strade di San Francisco raccogliendo poveri ed emarginati sotto un verbo misto marxista ed evangelico. Roba che negli Stati Uniti hanno dispiegato mezza FBI per far tornare l’ordine costituito. Nel 1993 i Davidiani, una setta nata negli Stati Uniti nel secolo scorso come mille altre dalla grande madre avventista del settimo giorno, finirono protagonisti delle dirette 24/7 della CNN per aver seguito il profeta David Koresh asserragliati nel Mount Carmel Center, a Waco in Texas, per 51 giorni. Koresh evocava l’Apocalisse mentre si difendeva come John Wayne ad Alamo contro i messicani, armi in pugno dalle teste di cuoio. Protesta dalle tinte sacre che poi fu più politicamente anelito libertario rispetto alle imposizioni federali anche fiscali.

Grillo del resto l’ha specificato urbi et orbi: si andrà a pescare nell’otto per mille che lo stato offre agli enti di culto. Anche se poi la Chiesa dell’Altrove sembra recuperare i dogmi casaleggiani un po’ New Age e un po’ yoisti. Questi ultimi membri dello yoismo la “prima religione open source” al mondo hanno tra i principi chiave della loro vagolante fede nientemeno che “il credo nel pericolo della delusione”. Non si tratta della lacrime versate per tutti i 5stelle confluiti nel PD o dei brividi elettorali pentastellati, ma in un principio che si basa sulla, citiamo testualmente, “falsità dei dogmi basati su fonti chiuse, statiche, non empiriche e autoritarie, e delle credenze ed azioni collettive basati su queste nozioni, inclusa la maggior parte dei movimenti di massa della storia umana come religioni, ideologie, imperialismi”.

Insomma, un colpo al cerchio dello spirito e uno alla botte del trono. Guarda i rastafariani che negli anni trenta del Novecento intravidero nell’imperatore etiope Hailé Selassié Gesù Cristo. Cancel culture scansate, insomma. Sempre con una bella cannetta di marijuana tra le dita per intravedere meglio la sacra sindone scurita dal tempo. Del resto se Grillo si mette in testa una religione e si autoerige ad Elevato una qualche influenza dalla Five Percent Nation, l’organizzazione para Malcolm X e misto islamica, ce l’avrà. A loro avviso il 10% della popolazione mondiale conoscerebbe la verità sull’esistenza di Dio. Questa élite e i loro agenti, dicono gli FPN, avrebbero scelto di mantenere l’85 % della popolazione nell’ignoranza e sotto il loro controllo. Il restante 5% conosce la verità ed è determinato a illuminare l’85%.

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