“Guerra in Ucraina? Il Pd ha votato addirittura una delega in bianco del governo sull’invio delle armi in Ucraina per un anno. Questo significa già che si dà per scontato che per un anno ci sarà la guerra. Il Pd non avrebbe dovuto votarla e il fatto che sia stata votata anche dall’attuale segretaria del Pd non mi apre il cuore”. Sono le parole pronunciate a Tagadà (La7) dall’ex presidente del Pd Rosy Bindi, che manda una frecciata al suo vecchio partito e alla sua neo-segretaria Elly Schlein, per la quale non ha mai nascosto il suo scetticismo.
Bindi aggiunge: “Difendere l’Ucraina non può diventare il pretesto per aprire nel cuore dell’Europa la miccia per la terza guerra mondiale. Questa guerra sta cambiando gli equilibri nel mondo. Io vorrei una posizione di politica estera chiara e netta da parte di questo partito. Sento dire: ‘Qualcuno deve vincere’. Io invece credo che dobbiamo metterci nella prospettiva di dire che tipo di pace è possibile costruire dopo un anno di disastri. Il Pd dovrebbe adoperarsi perché l’Europa – spiega – e in particolare le sinistre europee prendano una posizione tale per cui si sostiene l’Ucraina non solo con l’escalation militare e discutendo sul tipo di armi da inviare, ma aprendo finalmente una fase di trattativa dopo la richiesta di cessate il fuoco. Voi mi direte: ma ci hanno provato. No, non ci hanno provato e non ci sta provando abbastanza. Si sta addirittura continuando a discutere sul tipo di armi che si possono inviare in Ucraina”.
Circa la vittoria di Elly Schlein alle primarie dem, osserva: “Il dato finale ha dimostrato una cosa certa: il partito come organizzazione si è sciolto, perché il risultato ha capovolto l’esito del voto degli iscritti. In alcune regioni Schlein ha addirittura battuto del 30% Bonaccini, che era sostenuto da parlamentari, da tutti i sindaci, da consiglieri regionali. Indubbiamente questo può essere il presupposto di una rinascita del Pd, che io auspico. Ma ancora una volta ci si affida a una sola persona. Io so che le leadership sono importanti ma in un partito conta ricostruire le comunità politiche”.