La Relazione annuale 2022 dell’intelligence presentata nella sede di Piazza Dante, a Roma, alla presenza del sottosegretario Alfredo Mantovano, Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, del direttore del Dis, Elisabetta Belloni, dei direttori di Aise ed Aisi, Giovanni Caravelli e Mario Parente e del presidente del Copasir, Lorenzo Guerini. Nel dossier gli analisti sostengono che ci sia una correlazione tra le partenze dei migranti e i soccorsi delle Organizzazioni non governative
Allerta alta sul rischio atomico, anche se al momento l’utilizzo della bomba da parte della Russia non è considerata come un’ipotesi probabile. Vladimir Putin sta preparando una lunga guerra all’Ucraina, forte di un apparato militare che raggiungerà un milione e mezzo di unità. E continuerà a lanciare anche attacchi cyber e campagne di disinformazione contro i Paesi che sostengono Kiev. L’Italia sta rafforzando le difese dai tentativi di ingerenza, proteggendo i suoi approvvigionamenti energetici, il sistema economico-finanziario e industriale ed il Made in Italy in ambito agroalimentare. È questo il quadro che emerge dalla Relazione annuale 2022 dell’intelligence presentata nella sede di Piazza Dante, a Roma, alla presenza del sottosegretario Alfredo Mantovano, Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, del direttore del Dis, Elisabetta Belloni, dei direttori di Aise ed Aisi, Giovanni Caravelli e Mario Parente e del presidente del Copasir, Lorenzo Guerini.
“Diminuisce il consenso per i vertici russi” – Ampio spazio al documento – il primo dei tre capitoli – viene dedicato proprio al “conflitto russo-ucraino e le sue ricadute”, con approfondite infografiche a corredo. La data del 24 febbraio 2022, ha evidenziato Caravelli, ha rappresentato un vero e proprio “spartiacque“, che ha innescato una serie di sfide alla sicurezza. Con una certa sorpresa, dato che l’Ucraina, fino a quel momento, “non era un’area strategica per il comparto della sicurezza nazionale. Abbiamo comunque recuperato rapidamente il terreno”. Soluzioni immediate al conflitto non sembrano in vista: la relativa pausa degli scontri sul terreno di fine anno, rileva la Relazione, è servita a Mosca “per rigenerarsi e prepararsi ad una guerra di lungo corso“. Che se per l’aspetto convenzionale al momento riguarda solo l’Ucraina, non risparmia tuttavia l’Italia dal punto di vista dei possibili effetti su energia, economia ed instabilità che si riverberano anche in Africa e Asia, ad esempio, con conseguenze sull’aumento dei flussi migratori. Gli analisti segnalano poi che “malgrado ampia parte della popolazione russa continui a sostenere l’operato del Vertice russo, grazie alla pervasività della propaganda mediatica e della narrativa ufficiale, inizia a registrarsi una diminuzione dei consensi nei sondaggi pubblici, testimoniata anche dal numero di persone che lasciano il Paese”.
Attacchi cyber e disinformazione – Attenzione viene dedicata dagli 007 alla tutela dell’integrità delle infrastrutture energetiche, esposte ad una minaccia aggressiva (si pensi all’attacco ai gasdotti Nord Stream). Il ritorno della guerra in Europa ha poi posto in luce l’importanza degli attori industriali della difesa, “componenti essenziali per la capacità del Sistema Paese di tutelare la propria sovranità e i propri interessi vitali”. L’intelligence monitora quindi i “tentativi di ingerenza di soggetti esteri, volti a depotenziare o finanche marginalizzare il nostro comparto industriale”. Strumento fondamentale in quest’ottica è l’esercizio dei poteri speciali: nel 2022 sono pervenute alla presidenza del Consiglio 608 notifiche a riguardo – nel campo di energia/trasporti/comunicazioni/nuovi settori – con un aumento del 22% rispetto all’anno precedente. Presidiati anche i settori bancari e assicurativi. C’è inoltre il cyber a tenere in allarme gli apparati. Sono stati registrati attacchi alle filiere energetica, dei trasporti, della finanza e dei servizi governativi con l’impiego del ransomware da parte di gruppi criminali e di attori strutturati sponsorizzati, in alcuni casi, da entità statuali. Non manca lo spionaggio cibernetico da parte di “attori statuali“. Il 56% degli attacchi nel 2022 ha riguardato soggetti privati, con una crescita del 32% rispetto al 2021. Interessati prevalentemente infrastrutture digitali/servizi IT e bancario. Il 43% ha avuto come target obiettivi pubblici, con un calo di 26 punti percentuali: Amministrazioni dello Stato, infrastrutture IT di enti locali, e strutture sanitarie nel mirino. Un paragrafo è stato infine dedicato alla tutela del Made in Italy in campo agroalimentare, che riguarda “non soltanto la protezione di un asset strategico per l’economia nazionale, dal momento che tale settore rappresenta una voce significativa del nostro export e una rilevante percentuale del Pil, ma anche la difesa di un vero e proprio marchio, stimato e identificato in tutto il mondo”. Il fenomeno della contraffazione in questo settore, con la vendita di prodotti di origine straniera falsamente spacciati per italiani, “rappresenta una minaccia al Made in Italy e, quindi, alla sicurezza nazionale, sia da un punto di vista economico che reputazionale, oltre che nei confronti dell’ambiente, del territorio e della salute pubblica.
“Correlazione tra sbarchi e soccorsi delle ong” – Nella relazione si evidenzia poi l’esistenza di una correlazione tra le partenze dei migranti e i soccorsi delle Organizzazioni non governative. I salvataggi, scrivono gli 007, “vengono spesso pubblicizzati sui social network dai facilitatori dell’immigrazione irregolare quale garanzia di maggiore sicurezza del viaggio verso l’Europa” motivo per il quale rappresentano “un vantaggio logistico per le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico dei migranti, permettendo loro di adeguare il modus operandi in funzione della possibilità di ridurre la qualità delle imbarcazioni utilizzate, aumentando correlativamente i profitti illeciti, ma esponendo a più concreto rischio di naufragio le persone imbarcate”. Si modificano anche le rotte: su quella del Mediterraneo orientale, la seconda per consistenza di flussi dopo il Mediterraneo centrale, le partenze avvengono principalmente dalla Turchia nonché dall’ultimo anno dal Libano. Una valutazione “oggettiva“- secondo il sottosegretario Mantovano, perché “se io piazzo delle navi al limite delle acque territoriali, navi che non vengono chiamate per una specifica attività di soccorso in un caso particolare, ma navi che si collocano in prossimità delle acque territoriali aumento la probabilità che barchini partano nella certezza di incontrare queste navi rifugio. Ovviamente l’incremento di queste partenze di fortuna aumenta la possibilità di morti in mare“. La relazione entra a gamba tesa nelle polemiche di questi giorni dopo le dichiarazioni del Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che aveva detto dopo il naufragio di Crotone che “la disperazione non giustifica viaggi che mettono in pericolo i figli”.