Musica

Laura Pausini festeggia 30 anni di carriera tra New York, Madrid e Milano e riparte da zero: “Negli ultimi due anni non ho fatto altro che piangere, pensavo fosse finito tutto. E invece no”

Dopo oltre due anni di domande, interrogativi sul futuro, pensieri negativi e sfiducia, Laura Pausini si rialza e lo fa per celebrare i 30 anni di carriera (partì tutto nel 1993 con “La Solitudine”) a New York, Madrid e Milano in un solo giorno. Il nuovo singolo “Un buon inizio” uscirà il 10 marzo, l'album di inediti arriverà ad ottobre

di Andrea Conti

“Ci vuole un fisico bestiale”, cantava Luca Carboni nel 1992. E i versi di quella hit sono perfetti per descrivere la mission impossibile di Laura Pausini che è tornata a suonare e cantare dal vivo, dopo cinque anni, in occasione del trentennale della sua carriera. Nella notte tra il 27 e il 28 febbraio del 1993 Laura Pausini ha vinto il Festival di Sanremo nella sezione Giovani con “La Solitudine”. Trent’anni dopo e in quell’arco di tempo, l’artista ha tenuto ben tre concerti: prima all’Harlem’s World-Famous Apollo Theater di New York, poi al The Music Station di Madrid e al Teatro Carcano di Milano. L’accoglienza è stata strepitosa da parte dei fan, con sold out ovunque: “Mi riempiono il cuore e mi fanno sentire ancora forte, dopo un periodo in cui ho messo in discussione tutto – ha detto Laura -. Negli ultimi due anni non ho fatto altro che piangere. Dopo il Golden Globe vinto nel 2021 con ‘Io sì (Seen)pensavo fosse finito tutto. Fortuna che non ho preso l’Oscar: ‘Cosa c’è dopo?’, mi domandavo. Ha vinto ‘H.E.R.’ e ho sorriso. L’autrice del mio brano Diane Warren, mi ha dato una gomitata: ‘Non c’è niente da ridere’. Non poteva capire. Questa maratona è un regalo che ho voluto fare a me stessa”. In ogni location, sono stati proposti in scaletta i brani di ogni decade della carriera della Pausini, che si è presentata sul palco con un completo Emporio Armani che riproduce il modello indossato dalla cantante per il suo debutto a Sanremo, con inserto di logo ricamato che caratterizza la versione 2023 per il suo trentennale. A proposito del logo la diretta interessata spiega: “Le mie iniziali formano una clessidra. La donna che corre sono io: vado verso il futuro”. E sul grande evento di 24 ore: “Mi sono preparata per quattro mesi – confessa Laura in un incontro con la stampa sul volo verso Milano da Madrid -, non sapevo se riuscivo a dormire o no. Per fortuna dormito 5 ore per riposarmi un po’, ero in dubbio quando finisco di cantare l’adrenalina mi dura 5 ore”. Insomma queste sono state le prove generali del tour internazionale che prenderà il via in Piazza San Marco a Venezia (30 giugno, 1 e 2 luglio) e a Plaza De España a Siviglia (21 luglio e 22 luglio). Prossimamente saranno rese note tutte le altre località del tour.

“TORNO INDIETRO DI 30 ANNI, SONO ANCORA CURIOSA” – “Mi sento come se dovessi ritornare indietro a 30 anni, com’ero come quando ho cominciato a Sanremo. Ero curiosa, ogni cosa che mi veniva proposta magari non mi piaceva, ma volevo conoscere cosa c’era dietro. Ero curiosa di vedere qualcosa di nuovo. Ora a 48 anni non posso pensare che non ci sia altro, nonostante nella mia carriera e con il mio babbo abbiamo fatto tante cose. Così ho pensato per queste celebrazioni di tornare a teatro perché non me lo ricordavo più com’era cantare a teatro. Ed è molto più difficile perché il ritorno della voce è diverso. A New York avevo un ritorno delle voce dal pubblico che non era in sincro con me”.

“SINGOLO IL 10 MARZO E IL NUOVO DISCO A OTTOBRE” – Durante i tre concerti Laura Pausini ha anche presentato il nuovo singolo: “Un buon inizio”, co-firmato da Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari e in uscita il 10 marzo. Un brano radiofonico che restituisce una Laura classica, ma al contempo al passo coi tempi. “Sto lavorando a questo progetto nuovo dal 2021. Avevo deciso per la prima volta di ascoltare tutte le canzoni che arrivavano in ufficio perché non sapevo dove andare, sentivo che in radio si sentivano delle canzoni molto diverse dalla classica scelta radiofonica ‘pop’ degli anni scorsi. Volevo da una parte spronarmi ad aprirmi e ascoltare con la mia voce su generi diversi. Ho provato sperimentazioni vocali, ho provinato alcune canzoni, una era firmata da Mahmood. Non era il mio, non funzionava e il vecchio management della casa discografica Warner (Marco Alboni, ndr) non mi aiutava: smorzava ogni entusiasmo. Così mi sono rivolta a Jacopo Pesce (ex A&R Director Island di Island Records e con Max Brigante direttore creativo del nuovo progetto della Pausini, ndr). Ci siamo interrogati a cosa pensa la gente che non è il mio pubblico e cosa si aspetterebbe da me. Questa nuova canzone di Riccardo è il manifesto della mia ripartenza. Cado come tutti, ho avuto pensieri negativi però cerco di rialzarmi”.

“A EUROVISION UNA TACHICARDIA DI 21 MINUTI” – Tra le esperienze di Laura Pausini in questi anni, la co-conduzione di “Eurovision Song Contest”, a Torino: “Mi sentivo come Sue Ellen di ‘Dallas’, fasciata da questo abito di Versace di 40 kg, sembravo bellissima e magrissima. Purtroppo però per 21 minuti ho avuto un problema. Da quando ho 14 anni ho la tachicardia parossistica sopraventricolare, ancora oggi non ho nessuna spiegazione del perché mi venga. Di solito dopo 4 minuti ed esercizi mirati: io per terra con le gambe sulla parete, mentre stringo per andare di corpo, mi passa. Stavolta non passava. Non volevo l’ambulanza quindi mi hanno curata in corridoio dietro le quinte. Sembravo sempre Sue Ellen, ma in versione barbona! (ride, ndr). Insomma mancava poco alla proclamazione del vincitore, non volevo mancare, avevo provato per un mese e mezzo, così mi sono fatta fare una flebo potente. Dopo un minuto è passato tutto, mi sono rimessa in piedi, mi sentivo come fossi in Giamaica e sono entrata cantando in testa ‘No Woman, No Cry…”. Ho pensato il perché mi sia accaduto e penso fosse collegato al mio terrore del Covid, perché non è possibile che in 40 anni non sia mai successo. Eurovision è stato faticoso ma è stato molto divertente e mi sono trovata benissimo con Cattelan e Mika. Una delle cose più belle della mia carriera. Mi piace fare la tv legata alla musica”.

“A SANREMO A CONDURRE O IN GARA? NON HO IL CORAGGIO” – “Tutti si aspetterebbero da me che un giorno prenda la direzione del Festival o che lo conduca. No, non me la sento. Non potrei essere distaccata da quelle decisioni, soprattutto se dovesse capitarmi di avere degli amici che vogliono andarci. Detto onestamente, non saprei come gestirla. E poi con Festival così di successo, può capitare che ce ne sarà uno che andrà leggermente meno bene e non sono così sicura di me per affrontare anche questa ipotesi. Sanremo è diverso da tutti gli altri palchi. Rispetto la decisione dei miei colleghi di andare in gara, dopo averlo vinto e con una carriera importante alle spalle. Io non ho questo coraggio e per me il Festival non è come andare al Grammy, è un’altra cosa. Sono coraggiosi i colleghi che si sono messi in gara, dopo che aver costruito una storia con un pubblico che ti ha portato avanti. Io però la vedo in maniera diversa e quando parlo con loro dico che non sono d’accordo perché per me bisogna rispettare quello che è stato creato insieme al pubblico, va rispettata la gerarchia. Ma è il mio punto di vista. Quando vado a Sanremo mi sento male e ho paura a cantare lì, sono consapevole che quel posto lì ha rivoluzionato la mia vita, la mia famiglia, anche quando vado ospite siamo tutti un po’ nervosi in casa perché sanno che sono preoccupata”.

LA SCALETTA DEL CONCERTO A MILANO – 1. Benvenuto 2. Non ho mai smesso 3. Limpido 4. Lato destro del cuore 5. Simili 6. Non è detto 7. Frasi a metà 8. Io Sì (Seen) 9. Scatola 10. Un buon inizio Bis A cappella alcune hit da Strani Amori e Invece no e La Solitudine

(Foto F. Prandoni)

Laura Pausini festeggia 30 anni di carriera tra New York, Madrid e Milano e riparte da zero: “Negli ultimi due anni non ho fatto altro che piangere, pensavo fosse finito tutto. E invece no”
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