Moda e Stile

Milano Fashion Week, non solo sfilate: da Fratelli Rossetti a Furla, Eleventy e Rodo, ecco cosa abbiamo visto e cosa ci è piaciuto

Durante le settimane della Moda c'è infatti un calendario parallelo fatto di presentazioni, dove buyer e giornalisti possono vedere da vicino e toccare con mano i capi e gli accessori. Guai a pensare che siano appuntamenti di "serie B" rispetto ai défilé: tutt'altro

di Ilaria Mauri

Le sfilate sono senza dubbio l’apice di ogni Fashion Week, il momento clou atteso con fermento e bramosia da stilisti, addetti ai lavori e anche vip pronti a scendere in passerella. Ma quello che forse non tutti sanno è che queste non sono l’unica formula utilizzata dai brand per presentare le proprie collezioni. Durante le settimane della Moda c’è infatti un calendario parallelo fatto di presentazioni, dove buyer e giornalisti possono vedere da vicino e toccare con mano i capi e gli accessori. Guai a pensare che siano appuntamenti di “serie B” rispetto ai défilé: tutt’altro, spesso è in queste occasioni che si ha l’opportunità di conoscere personalmente designer e imprenditori che portano alta la bandiera del Made in Italy nel mondo. Prendiamo Brunello Cucinelli: la sua casa di moda è un baluardo del lusso stimato e apprezzato a livello globale eppure non organizza sfilate faraoniche ma preferisce dare centralità al prodotto con una presentazione nel suo showroom milanese. E come lui ci sono tante altre case di moda che per un motivo o per l’altro optano per questa formula, non solo i brand di accessori – dalle scarpe alle borse fino ai gioielli – per i quali è forse più scontata, selezionando con una cura maniacale la location e sfidandosi nell’allestimento perché bisogna pur sempre catturare l’attenzione del pubblico. Certo è che sono occasioni di incontro e confronto che spesso si rivelano assai più intriganti di certe sfilate caotiche e invase da influencer e starlette più o meno sconosciute.

Ad esempio, la presentazione di Fratelli Rossetti è una tappa fissa di ogni Fashion Week milanese: l’azienda calzaturiera di Parabiago presenta qui le sue nuove collezioni, un tripudio di artigianalità declinata in chiave contemporanea. A sancirne il successo sono prima di tutto i numeri: “Nel 2022 c’è stato un incremento di fatturato del 30% rispetto al 2021 e abbiamo recuperato così il risultato pre-pandemia (2019)”, ci spiega il presidente Diego Rossetti. Che guarda con ottimismo ai mesi che verranno: “I primi dati dell’anno sono positivi, con un 30% in più rispetto a gennaio 2022. Prevediamo di chiudere il 2023 con un incremento del 15%. Continuano gli investimenti retail: sono da poco state inaugurate le boutique di Dubai e Doha e in primavera torneremo a Firenze dopo tanti anni con uno store in Via Roma”. Intanto, per il prossimo Autunno/Inverno si punta tutto sui modelli iconici che hanno reso celebre il marchio: dallo storico mocassino Brera con le nappine ricamate sulla tomaia segno di grande artigianalità al mondo Magenta con l’evoluzione dell’iconica staffa e la Hobo, l’allacciata senza stringhe, realizzata con un’applicazione di strass che disegna il fiore.

Restando in tema di scarpe, una delle presentazioni che più ci è piaciuta è stata quella di Rodo: l’azienda di pelletteria, fondata negli anni ’50 a Firenze da Romualdo Dori e oggi guidata dai suoi figli Gianni e Maurizio, nacque inizialmente come produttrice di borse che ricalcavano i cestini di vimini olandesi. Proporre borse con particolari intrecci anche nei manici diventò, poi, una sua caratteristica. Oggi è un’eccellenza apprezzata in tutto il mondo e i due fratelli stanno tramandando ai loro figli la passione e il savoir faire: “Siamo alla terza generazione di imprenditori per la famiglia Dori, coi nostri Giorgio e Martina”, racconta Gianni Dori parlando con orgoglio di suo figlio e sua nipote. 28 anni lui, 33 lei, si dedicano rispettivamente alla creazione di scarpe e borse. E questo ricambio generazionale non sta avvenendo solo ai vertici dell’azienda: la famiglia Dori ha creato infatti una scuola interna dove si insegna ai ragazzi la lavorazione dell’iconico midollino e tanti giovani tra i 27 e i 30 anni sono già entrati a far parte del team di artigiani specializzati. Una freschezza che si riflette sul design del prodotto, che mantiene l’esemplare eleganza ma si arricchisce di un design assolutamente moderno, coniugando l’altissima qualità con tocchi glamour dai preziosi velluti stampa cocco, dagli strass, dai particolari animalier e soprattutto dai colori brillanti come il viola e il fucisa.

Punta sull’innovazione anche Furla, che in Triennale ha presentato la nuova Unica Furla Earth Limited Edition, la prima borsa Made in Italy in pelle biodegradabile realizzata in collaborazione con Cyclica. Volto simbolo del progetto è la super topmodel Irina Shayk: il modello si ispira infatti alle donne raccontate dal cinema, dai cult movie e dalle serie tv di fine millennio, ma anche dal minimalismo di risposta di creativi e architetti agli eccessi di quell’epoca. Con il suo design essenziale, questa è l’emblema della sperimentazione di processi produttivi sostenibili portata avanti dall’azienda bolognese, uniti a lavorazioni inedite della pelle. Grande attenzione alla sostenibilità ambientale anche da Philippe Model Paris, il brand dall’animo francese ma con una produzione tutta Made in Italy: la nuova special edition dell’iconico modello La Grande è composto infatti dagli scarti dei materiali utilizzati per le precedenti collezioni e le rimanenze di magazzino. Ogni paio si configura così come un pezzo unico, con il disegno che cambia a seconda del numero di calzata. Ma questa non è l’unica novità presentata alla MFW: il marchio ha lanciato infatti la sua prima collezione apparel pensata come un guardaroba per lui e per lei complementare alle storiche linee di sneakers, composto da pezzi che definiscono un concetto di lifestyle più ampio e completo. Tutto questo si traduce in capi dalle linee pulite e il fit rilassato, in una palette neutra che si accende con tocchi di colore: ci sono maglioni e cardigan sofficissimi, hoodie e military jacket dall’anima urban ma anche pezzi intramontabili come il trench, il denim (assolutamente morbido, provare per credere) e i pantaloni chino dalle linee pulite per un look rilassato e di tendenza.

Focus sul leisureweare anche da Eleventy, brand nato dalla precisa intuizione di Andrea Scuderi, Paolo Zuntini e Marco Baldassari di puntare tutto sullo smart luxury, ovvero su capi sartoriali e giovanili all’insegna di un’eleganza informale. Protagonisti del prossimo autunno-inverno saranno cappotti e blazer ma capi comfort e ripresi dal guardaroba maschile – come il bomber di ispirazione militare –, per look chic e raffinati ma al contempo semplici e versatili, che consentono di passare dall’ufficio alla sera con pochi tocchi di stile. E poi ci sono i materiali, con i filati di altissima qualità come il cachemire, l’alpaca e lo yak, declinati in una palette nelle tipiche nuance avvolgenti della natura in inverno, come il bianco declinato in tutte le sue sfumature, il miele dorato e il cammello, incontrano i toni freddi del polvere, dell’azzurro chiarissimo e del grigio pietra. Infine, menzione speciale per Borbonese: ha presentato la nuova collezione da Savini in Galleria Vittorio Emanuele, ironizzando sul “demì monde” che frequenta questo locale divenuto un’istituzione meneghina dal 1867. Al primo piano, immerso in un’atmosfera di antichi fasti e vecchie glorie, ecco il tavolo 7, il preferito di Maria Callas, apparecchiato di tutto punto ma, al posto delle pietanze, nei piatti troneggiavano borse. Così, tra finti budini di gelatina e pudding dai toni candy, Dorian Tarantini e Matteo Mena hanno sancito il nuovo corso del brand.

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