Nel giorno in cui il tribunale di Napoli è chiamato a esprimersi sulla richiesta d’estradizione in Belgio per l’europarlamentare sospeso dal Pd, Andrea Cozzolino, indagato nello scandalo delle presunte mazzette pagate da Marocco e Qatar per influenzare le decisioni all’interno del Parlamento Ue, i suoi avvocati tornano a parlare e si scagliano contro il pentito Antonio Panzeri, che sta collaborando con gli inquirenti in cambio di uno sconto di pena, e ipotizzano il ruolo attivo dei servizi segreti fin dall’inizio della vicenda.

Secondo gli avvocati Federico Conte e Dezio Ferraro, quello che emerge è “uno scenario sempre più opaco dietro il quale si sta giocando una partita di politica estera parallela e sotterranea sul ruolo delle istituzioni europee e sul cui sfondo continua ad aleggiare l’azione dei servizi segreti che ci fa fondatamente dubitare che il sistema giudiziario belga possa garantire a Cozzolino un giusto processo“. Accuse pesanti, anche se non circostanziate, che seguono a quelle invece dirette nei confronti di colui che è stato più volte descritto da chi indaga come la ‘mente’ del sistema corruttivo in seno alle istituzioni europee, l’ex eurodeputato di Articolo 1, Antonio Panzeri. L’ex sindacalista ha siglato un accordo con i magistrati col quale si è impegnato a fornire tutte le informazioni riguardanti il caso, compresi nomi e rispettivo coinvolgimento, in cambio di un solo anno di carcere, una multa e il sequestro di beni per circa 1 milione di euro. Così, da settimane ormai, l’ex membro della Plenaria di Strasburgo sta parlando con gli uomini di Michel Claise permettendo loro di spiccare mandati d’arresto sia per Cozzolino che per l’eurodeputato belga Marc Tarabella, anche lui in carcere come i due colleghi e l’ex vicepresidente del Parlamento Ue, Eva Kaili.

“Apprendiamo, ancora una volta dai giornali, di dichiarazioni provenienti da Antonio Panzeri che coinvolgerebbero, tra gli altri, l’onorevole Andrea Cozzolino, con un racconto immaginifico e gassoso, tipico di chi non sa niente e inventa l’incredibile per guadagnarsi i benefici promessi e ottenuti”, si legge in una nota scritta dai due legali che parlano di “lato oscuro del pentitismo interessato”. Secondo i due legali, “quello che più è rilevante è che sia dato alle sue parole tanto credito in mancanza di elementi esterni di riscontro. Non può lasciare indifferenti, infatti, che egli avrebbe reso tali dichiarazioni il 14 febbraio, ovvero dopo l’arresto di Cozzolino, avvenuto il 10 febbraio, senza che ancora vi fossero elementi nei suoi confronti”. E tornano poi a contestare la fuga di notizie che ha caratterizzato queste indagini fin dai primi arresti del 9 dicembre: “Ci inquieta altresì che queste dichiarazioni siano state diffuse dalla stampa, in violazione del segreto istruttorio – sottolineano -, subito dopo che l’imparzialità dell’iniziativa giudiziaria belga è stata messa in discussione da una istanza di ricusazione diretta al Giudice Claise e che il noto giornale londinese The Times ne ha messo in discussione l’attendibilità rivelando che Panzeri e Giorgi avrebbero condiviso la stessa cella in carcere mentre venivano interrogati“.

Oltre alla decisione su Cozzolino, oggi al Palais de Justice di Bruxelles è prevista anche la nuova udienza sulla custodia cautelare per Eva Kaili e Marc Tarabella. Il 16 febbraio la Camera di consiglio del tribunale della capitale belga aveva deciso di estendere la detenzione preventiva di almeno altri due mesi per la politica greca e di un mese per il politico socialista, ma entrambi avevano presentato ricorso. I giudici sono oggi chiamati a stabilire per entrambi se confermare il carcere, predisporre misure cautelari diverse oppure rimetterli in libertà.

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