Domani a Bruxelles, alla riunione degli ambasciatori dei Paesi dell’Ue, l’Italia esprimerà una posizione contraria alla proposta di Regolamento europeo che prevede il bando alla produzione e vendita delle auto e van con motori termici dal 2035. Lo ha fatto sapere il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica guidato da Gilberto Pichetto Fratin. Una giravolta non da poco: lo scorso novembre il governo Meloni, pur notoriamente contrario alla normativa, tramite i propri rappresentanti diplomatici aveva invece dato il via libera alla misura durante la riunione del Coreper I. L’accordo di novembre arrivava dopo l’intesa storica trovata nel trilogo di ottobre, a pochi giorni dall’insediamento di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Poi, a febbraio, tutto il centrodestra italiano ha invece votato contro al Parlamento europeo.
Pichetto ora scrive che l’Italia, pur condividendo gli obiettivi di decarbonizzazione, sostiene che i target ambientali vadano perseguiti attraverso “una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa”, pianificata e guidata con grande attenzione, per evitare ripercussioni negative per il Paese sotto l’aspetto occupazionale e produttivo. L’Italia ritiene – questa la posizione che verrà espressa – “che la scelta dell’elettrico non debba rappresentare, nella fase di transizione, l’unica via per arrivare a zero emissioni. Il successo delle auto elettriche dipenderà molto da come diventeranno accessibili a prezzi concorrenziali”.
“Una razionale scelta di neutralità tecnologica a fronte di obiettivi ambientali condivisi”, continua il comunicato, “deve consentire agli Stati membri di avvalersi di tutte le soluzioni per decarbonizzare il settore dei trasporti, tenendo conto delle diverse realtà nazionali, e con una più graduale pianificazione dei tempi”. L’obiettivo dunque è ottenere deroghe sui cosiddetti carburanti sintetici. “L’utilizzo di carburanti rinnovabili, compatibili con i motori termici”, afferma il ministro Pichetto, “contribuirà ad una riduzione delle emissioni senza richiedere inattuabili sacrifici economici ai cittadini”.