La seduta si è aperta nella mattinata di mercoledì con più di due ore di ritardo proprio perché i giudici hanno atteso a lungo l'arrivo dei legali difensivi. A un certo punto, il presidente della corte ha chiamato alla sbarra i cinque uomini a processo chiedendo loro a turno perché il proprio avvocato non era presente. La risposta è stata per tutti al stessa: "Non lo so"
Doveva essere il giorno della requisitoria dei pm e delle arringhe difensive prima della sentenza del tribunale di Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, nei confronti dei sei imputati, di cui uno ancora latitante, per l’omicidio dell’ambasciatore Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e dell’autista del Programma Alimentare Mondiale, Mustapha Milambo. E invece sarà tutto rimandato all’8 marzo perché, come apprende Ilfattoquotidiano.it, gli avvocati della difesa non si sono presentati all’udienza. Il motivo? Secondo fonti citate dai quotidiani locali, hanno deciso di boicottare l’udienza per protestare contro i mancati pagamenti da parte dei loro assistiti.
La seduta si è aperta nella mattinata di mercoledì con più di due ore di ritardo proprio perché i giudici hanno atteso a lungo l’arrivo dei legali difensivi. A un certo punto, il presidente della corte ha chiamato alla sbarra i cinque uomini a processo chiedendo loro a turno perché il proprio avvocato non era presente. La risposta è stata per tutti al stessa: “Non lo so”. A quel punto, si legge nei quotidiani locali, il presidente ha chiesto agli imputati se pagassero i propri avvocati. E per tutti la risposta è stata negativa, visto che si sta parlando di persone che si dichiarano povere e indigenti e che, però, non hanno le competenze per difendersi da sole. Se si tratti di verità o di strategia difensiva, non è dato saperlo. Fatto sta che il pubblico ministero ha condiviso la loro posizione e chiesto il rinvio dell’udienza all’8 marzo “per consentire agli imputati di contattare i propri legali in modo che si possa risolvere” una volta per tutte.