di Giuseppe Leocata* e Rossana Bolchini**

La nostra società è sempre più multietnica, multilingue e multiculturale e le aziende sono sempre più lo specchio di queste pluralità. L’allungamento della vita media e della vita lavorativa ha portato all’esigenza di ripensare il rapporto persona-lavoro.

In questa prospettiva, le teorie organizzative aziendali si orientano sempre più al Diversity e al Disability Management, ossia alla gestione di tutte le forme di diversità quali le differenze di genere, età, provenienza geografica, abilità fisica che, se affrontate in modo consapevole e costruttivo, possono diventare leve strategiche per il bene dell’azienda e del benessere di chi vi contribuisce con il lavoro quotidiano.

La persona chiamata a ricoprire la funzione e il ruolo di Disability Manager “responsabile dell’inserimento lavorativo nei luoghi di lavoro” viene presa in considerazione e definita all’art.11 D.Lgs.151/2015 (attuativo del Jobs Act) come la figura:

– deputata alla predisposizione di progetti personalizzati per le persone con disabilità,

– che deve risolvere i problemi legati alle condizioni di lavoro dei lavoratori con disabilità, in raccordo con l’Inail per le persone con disabilità da lavoro,

– che conosce impresa e problematiche del lavoratore con disabilità e si raccorda con altre figure aziendali interne ed enti specialistici esterni.

In questa ottica tale figura assume un ruolo centrale nella gestione della ‘disabilità’ e della ‘diversità’ nella singola impresa stabilendo – in relazione alle specifiche competenze e ruoli – delle relazioni biunivoche con:

a) i lavoratori con disabilità;
b) il Medico Competente aziendale, il Responsabile del servizio di Protezione e prevenzione (Rspp) e i Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza;
c) il datore di lavoro, i dirigenti e i preposti;
d) il servizio Risorse umane;
e) i colleghi di lavoro della persona con disabilità;
f) l’Inps e le Commissioni Invalidi civili e l’Inail competente;
g) le Istituzioni per l’avviamento lavorativo mirato ex L.68/99;
h) le Organizzazioni Sindacali e i relativi patronati.

Questa figura, in collaborazione con i ruoli professionali di cui sopra, in base alle differenti situazioni che si dovessero manifestare all’interno delle proprie realtà aziendali, eserciterebbe le funzioni previste dal suo ruolo, al fine di:

1. equilibrare le tante situazioni e rapporti, ad es. con il datore di lavoro e Rspp, concertando sull’organizzazione aziendale e sulla gestione delle problematiche complesse;

2. gestire i rapporti con le strutture esterne, in relazione alle diverse problematiche correlate a disabilità e lavoro (Servizio Occupazione Disabili, Centri per l’Impiego, Enti accreditati alla Formazione e al Lavoro, Agenzie per il Lavoro (Apl), Cooperative Sociali, Patronati Sindacali, ecc.);

3. condividere con il medico competente le scelte operative da mettere in atto e che fanno seguito all’espressione dei giudizi relativi alla mansione specifica espressi da questo professionista, dal punto di vista sanitario e di igiene del lavoro nei confronti delle persone con disabilità, sia in fase di nuovi inserimenti che di mantenimento al lavoro di persone invalidatesi in costanza di rapporto di lavoro;

4. affrontare dal punto di vista organizzativo/gestionale eventuali accomodamenti ragionevoli per i lavoratori con disabilità che, alla luce della dovuta Sorveglianza Sanitaria, potrebbero aver riconosciuta la propria idoneità lavorativa ma con limitazioni, con raccomandazioni e prescrizioni o, ancora, a seguito di giudizi di non idoneità, valutare il cambio di mansione;

5. collaborare ad affrontare con le altre figure della prevenzione in azienda gli aspetti più critici per i lavoratori con disabilità fra i quali:

– aspetti strutturali del luogo di lavoro (progettazione o ristrutturazione della postazione di lavoro, abbattimento delle barriere architettoniche, garanzia della fruibilità dei locali mensa e dei servizi igienici);

– aspetti organizzativi (abbattimento delle barriere culturali, spostamenti casa-lavoro, – smartworking, telelavoro, banca delle ore, permessi specifici per malattia/terapia/riabilitazione).

La Regione Lombardia, inserendo il profilo del Disability Manager nel “quadro regionale degli standard professionali”, ne definisce abilità e conoscenze da acquisire, al fine di garantire a questa figura una responsabile regia di tutto il processo di integrazione socio-lavorativa delle persone con disabilità all’interno delle imprese: dalla pianificazione, ricerca e selezione, all’inserimento e mantenimento in azienda, fino allo sviluppo professionale e organizzativo.

Al fine di supportare le imprese interessate nel territorio milanese e dell’hinterland, è stato costituito un team di esperti (oltre ai due autori del post si annoverano psicologi clinici, del lavoro ed esperti di organizzazione del lavoro) con i quali sono già stati organizzati e realizzati corsi di formazione per Disability Manager con il rilascio della certificazione delle competenze regionale.

*medico del lavoro;
**esperta mercato del lavoro fasce deboli e Disability Manager

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