La legge è stata approvata con 55 voti a favore e 9 contrari, con gran parte dell’opposizione al governo che ha lasciato l’aula in protesta e per partecipare alle manifestazioni anti-esecutivo che si sono svolte in diverse parti d'Israele. A Tel Aviv 40 dimostranti sono stati arrestati dalla polizia
Il nuovo governo di estrema destra israeliano continua a mostrare la faccia della repressione. E i parlamentari della Knesset le vanno dietro. Così l’aula ha dato la sua prima approvazione alla proposta di legge dell’esecutivo Netanyahu che ha l’obiettivo di legalizzare la pena di morte per i terroristi che uccidono cittadini israeliani. Una pena che, secondo i media, non potrà essere comminata nei confronti dei cittadini dello Stato d’Israele. La proposta arriva in un periodo di alta tensione tra Tel Aviv e i movimenti palestinesi che si stanno colpendo a suon di agguati e blitz militari delle Idf nelle città della Cisgiordania, senza dimenticare le rappresaglie compiute da alcuni coloni. Tanto che nel giorno della discussione, nella capitale israeliana, circa 40 manifestanti sono stati arrestati dalle forze di sicurezza israeliane mentre protestavano contro la riforma giudiziaria.
La legge è stata approvata con 55 voti a favore e 9 contrari, con gran parte dell’opposizione al governo che ha lasciato l’aula in protesta e per partecipare alle manifestazioni anti-esecutivo che si sono svolte in diverse parti d’Israele. L’estrema destra ultranazionalista ha invece votato abbastanza compatta a favore dell’iniziativa di legge. Hanno detto sì i rappresentanti di Israele casa nostra, partito guidato dall’ex ministro della difesa, ora all’opposizione ma legato agli ambienti ultranazionalisti laici, Avigdor Lieberman. Contrari invece i membri di Torah Unita, partito religioso che fa parte della coalizione di governo.
La legge adesso tornerà in Commissione per poi riapprodare alla Knesset per altre letture. Nel testo approvato si legge che chi uccide “per motivazioni nazionalistiche” o per “ostilità verso la popolazione e con il proposito di danneggiare lo Stato di Israele e la rinascita del popolo ebraico” rischierà la condanna a morte. Una risposta durissima, come annunciato dopo gli ultimi fatti di sangue nel Paese, nei confronti dei militanti dei gruppi estremisti palestinesi. Anche perché, secondo i media, la legge non si applica agli israeliani.
Il provvedimento è stato contestato dall’Avvocato generale di Israele, Gali Baharav-Miara, e anche da uno dei due rabbini capo del Paese. Ma non solo. Diverse le aree dove le persone sono scese in piazza per protestare contro l’iniziativa del governo di Tel Aviv. E proprio nella capitale sono circa 40 i manifestanti arrestati durante scontri contro le forze dell’ordine che hanno cercato di sedare le proteste con l’uso di granate assordanti, getti d’acqua e agenti a cavallo. Un pugno di ferro che è piaciuto a uno dei ministri più contestati di questi primi mesi di mandato, il titolare della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben Gvir, che ha fatto pressione per l’intervento contro quelli che ha definito “anarchici”. Secondo l’ospedale Ichilov di Tel Aviv sono 11 le persone curate al Pronto Soccorso.
Come se la tensione non fosse già abbastanza alta, dopo mesi di provocazioni da parte del governo, azioni violente da ambo le parti e, appunto, provvedimenti sempre più repressivi, è arrivato anche il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, a far salire il livello dello scontro auspicando la “cancellazione” di Huwara, il villaggio palestinese devastato domenica da alcuni coloni per vendicare la morte di due israeliani in un agguato. Smotrich, che è anche titolare di un incarico in seno alla difesa per gli affari civili della Cisgiordania, è stato subito oggetto di attacchi da parte delle opposizioni. L’ex premier, Yair Lapid, ha definito le sue parole “un incitamento ai crimini di guerra. Gli ebrei non compiono pogrom e non cancellano villaggi”. A Smotrich, leader del partito di estrema destra Sionismo Religioso, è stato chiesto oggi perché ha deciso di mettere like a un tweet che esortava alla distruzione di Huwara. E lui ha risposto: “Perché penso che il villaggio di Huwara debba essere cancellato. Penso debba farlo lo Stato d’Israele”, ha detto aggiungendo di condannare l’assalto dei coloni perché questo compito non spetta ai privati cittadini. Assalto che ha provocato la morte di un cittadino palestinese e una quarantina di case e 15 auto danneggiate dalle fiamme. L’azione punitiva era una vendetta per l’uccisione di due fratelli israeliani colpiti da armi da fuoco mentre attraversavano il villaggio in automobile. Il presidente israeliano Isaac Herzog ha condannato l’assalto parlando di “violenza criminale contro innocenti”. Ma già lunedì un deputato della fazione Otzma Yehudit, Zvika Fogel, aveva detto di voler vedere Huwara “dato alle fiamme”. Fogel ha poi affermato di essere stato mal interpretato, ma oggi la procura ha aperto un’inchiesta a suo carico.