Poco più di tre anni fa Kobe Bryant, campione Nba, morì in un incidente di elicottero insieme alla figlia Gianna, 13 enne, e altre persone. Le foto dei cadaveri furono pubblicate e per questo motivo la famiglia otterrà probabilmente un risarcimento da 28,5 milioni di dollari dalla contea di Los Angeles per chiudere il contenzione legale avviato a causa della condivisione da parte di agenti e vigili del fuoco delle foto dei corpi delle vittime.
La cifra comprende un nuovo pagamento concordato dalla contea di 13,5 milioni di dollari, insieme ai 15 milioni di dollari che la giuria federale ha assegnato alla vedova di Bryant, Vanessa Bryant. L’accordo risolve ogni eventuale futura richiesta di risarcimento da parte delle tre figlie superstiti di Bryant, nonché le relative questioni pendenti presso il tribunale dello Stato e altri costi. La proposta di accordo, che deve essere approvata da un giudice, è stata depositata martedì presso la corte federale. “Oggi si conclude con successo la coraggiosa battaglia della signora Bryant per chiamare a rispondere coloro che si sono macchiati di questa mostruosa condotta”, ha dichiarato in un comunicato l’avvocato Luis Li, legale della vedova Bryant. “Ha lottato per suo marito, per sua figlia e per tutti coloro nella comunità i cui familiari deceduti sono stati trattati con una simile mancanza di rispetto”, ha aggiunto Mira Hashmall, l’avvocato che rappresenta la contea di Los Angeles, ha definito la dichiarazione “giusta e ragionevole” aggiungendo: “Speriamo che la signora Bryant e i suoi figli continuino la ripresa dalla loro perdita”.
Kobe Bryant, ex stella dei Lakers, cinque volte campione Nba e membro della Basketball Hall of Fame, stava viaggiando con la figlia Gianna e altre 7 persone per una partita di pallacanestro giovanile quando l’elicottero su cui si trovava si è schiantato sulle colline di Calabasas, a ovest di Los Angeles, il 26 gennaio del 2020. Gli agenti e i vigili del fuoco intervenuti sul posto scattarono con il telefono foto dei corpi e dei rottami, che Hashmall ha sostenuto al processo fossero essenziale della valutazione della situazione, ma gli scatti furono condivisi, soprattutto fra i dipendenti dei dipartimenti dello sceriffo e dei vigili del fuoco della contea, compresi alcuni che stavano giocando ai videogiochi e partecipando a un banchetto di premiazione. Sono state viste anche da alcuni dei loro coniugi e, in un caso, da un barista di un locale in cui si trovava un agente. L’avvocato della signora Bryant ha dichiarato ai giurati che le foto ravvicinate non avevano alcuno scopo ufficiale o investigativo, ed erano solo “pettegolezzi visivi” condivisi per una macabra curiosità. Hashmall, dal canto suo, ha sottolineato che lo sceriffo ha agito in modo rapido e appropriato quando ha ordinato la cancellazione delle foto. Durante gli 11 giorni di processo, Vanessa Bryant ha testimoniato in lacrime che la notizia delle foto ha aggravato il suo dolore, ancora molto profondo, un mese dopo la perdita del marito e della figlia, e che ha ancora attacchi di panico al pensiero che possano essere ancora in circolazione e che le sue figlie possano un giorno vederle online. I funzionari della sicurezza federale hanno attribuito la responsabilità dell’incidente a un errore del pilota.