Il trend positivo iniziato in estate per il mercato italiano dell’auto è proseguito anche a febbraio. Dopo il +19% di gennaio, nel mese appena trascorso le immatricolazioni sono state 130.365, in crescita del 17,5% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Prendendo invece in considerazione il primo bimestre 2023 il progresso sale al 18,2%, per un totale di 218.768 auto nuove vendute. Un andamento positivo dovuto anche alla maggiore disponibilità di forniture e dunque di prodotto.

A questi numeri bisogna tuttavia dare il giusto peso, dal momento che vengono confrontati con quelli di inizio 2022, periodo in cui si registrarono volumi piuttosto contenuti. Discorso che si fa ancora più incisivo prendendo in considerazione le cifre pre-covid del 2019: in questo caso, nei primi due mesi di quest’anno manca all’appello un’auto su quattro.

Per quanto riguarda le alimentazioni, significative le quote di mercato. Per le auto a benzina, il cumulato dei primi due mesi dell’anno vale una quota del 26,3%, mentre il diesel si ferma al 19,1%. Il GPL vale invece il 10,2% del mercato. Nonostante aumenti nelle vendite, non decollano le elettriche e le ibride plug-in, rispettivamente al 3,1% e al 4,5%. Vento in poppa invece per le ibride mild e full, che pesano per il 36,5%.

In un panorama di ripresa, continua tuttavia a far discutere la transizione energetica. Che, secondo il numero uno dell’Unrae Michele Crisci, “va fatta recepire al consumatore fornendo rassicurazioni circa piani e strategie per la cui realizzazione sono necessari incentivi che però devono essere meglio congegnati rispetto a quelli attuali”. Gli fa eco il presidente di Federauto Adolfo De Stefani Cosentino: “Mentre gli ecobonus destinati all’acquisto di veicoli tra 61 e 135 g/km di C02 sono terminati nel giro di quattro settimane, al contrario, le risorse che dovrebbero consentire di spingere su elettrico e plug-in continuano ad avere tassi di utilizzo molto limitati. Per questo continuo a sostenere che vadano riviste al più presto le regole di accesso agli incentivi dei veicoli non inquinanti introdotti con il DPCM 6 aprile 2022, sia in relazione ai beneficiari della misura che alle condizioni di acquisto. Inoltre, resta il perenne problema dello svecchiamento del parco auto circolante vetusto e inquinante, costituito per circa il 25% ancora da veicoli ante Euro 4, che una seria riforma della fiscalità dell’auto aziendale potrebbe rinnovare in chiave green, rappresentando un vero e proprio boost per le alimentazioni a zero e bassissime emissioni”.

Tornando ad un’analisi più generale, “sulla base degli elementi disponibili si può ritenere che la ripresina in atto continui e che il mercato possa chiudere il 2023 a quota 1.500.000, ma l’appuntamento con la normalità è lontano. E questo significa che il parco circolante è destinato a invecchiare ulteriormente. L’accelerazione potrebbe venire da fatti nuovi che non si profilano all’orizzonte, come la fine della guerra in Ucraina o un impegno del Governo per incentivi all’acquisto con rottamazione di nuove auto significativi come lo furono quelli del 1997 che consentirono al mercato di portare le immatricolazioni da quota 1.723.117 del 1996 a quota 2.393.607 del 1997″, ha chiosato il presidente del Centro Studi Promotor Gian Primo Quagliano.

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