Sulla stampa odierna, nel silenzio delle televisioni, spiccano le notizie sulla guerra in Ucraina nella quale si descrivono i tristi effetti dell’avanzata russa, che ha stretto in una morsa a Bakhmut oltre 3mila soldati ucraini. Mentre l’Ucraina, dal canto suo, ha spedito droni in Russia e in Moldavia, simpatizzanti russi protestano davanti alla sede del governo. La matassa si va aggrovigliando e siamo arrivati al punto di partenza, dopo oltre 300mila morti, dimostrando l’inutilità di questa dannata guerra. Insomma stiamo ancora a chiederci se ci sarà la pace (esigua speranza) o ci sarà la guerra nucleare. Chi aveva parlato contro la guerra e per una trattativa a tutto spiano sembra abbia avuto ragione.
Altro fatto che domina nei giornali è la terribile sciagura dei 67 migranti che sono rimasti vittime sulle spiagge di Crotone. La vicenda ha molti lati oscuri e sembra che la colpa di tutto ricada sulle disposizioni di legge che sono state emanate in proposito – le quali, di fronte a una nave in legno sovraccarica di 180 migranti che naviga a largo del mare Egeo, consentono a chi interviene di discutere se si tratti di profughi da salvare o di traffico illecito di scafisti. Ed è proprio optando per questa seconda soluzione che le motovedette partite a fini di repressione non avrebbero saputo far di meglio che tornare indietro.
La conclusione purtroppo è stata che l’imbarcazione si è schiantata a pochi metri dalla spiaggia disintegrandosi e lasciando 67 vittime su 180, dopo essere stata avvistata addirittura 24 ore prima da un velivolo di Frontex, senza che arrivasse nessun soccorso.
Si tratta molto probabilmente della nostra insipienza normativa e organizzativa e allo schianto e al dolore provocato nell’animo degli italiani più sensibili da questa terribile tragedia, si sono aggiunte le improprie parole del ministro Matteo Piantedosi, il quale se l’è presa con le vittime affermando che la disperazione non può spingere le madri a mettere in pericolo la vita dei loro figli, come se si potesse addossare a persone innocenti e giunte alla disperazione l’infinita colpa di chi promuove la guerra e impedisce aiuti ai più bisognosi, in pieno contrasto con quanto afferma l’articolo 2 della nostra Costituzione, secondo il quale “la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni ove si svolge la sua personalità e richiede l’adempimento di inderogabili doveri di solidarietà politica, economica e sociale”.
E ciò vale soprattutto per coloro che sono investiti da pubbliche funzioni, i quali ai sensi dell’articolo 54 della Costituzione “hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore”. L’altro argomento che campeggia nella stampa odierna è l’elezione di Elly Schlein a segretaria del Pd, le cui proclamate intenzioni sono in via di massima accettabili perché ricalcano i principi fondamentali della nostra Costituzione e cioè: la tutela dell’ambiente, il diritto al lavoro, la sanità, l’istruzione e il rafforzamento dell’unità d’Italia.
Mi sarebbe gradito se Schlein aggiungesse che tutto questo è nella nostra Costituzione. E che lo si persegue facendo soprattutto valere la proprietà collettiva demaniale dei beni costitutivi, identificativi e manutentori dello Stato-Comunità, come prescrive l’articolo 42 della Costituzione, il quale sancisce che: “la proprietà è pubblica o privata” intendendo per proprietà pubblica la proprietà collettiva demaniale, che non può essere né privatizzata, né liberalizzata, né svuotata di contenuto con le concessioni e deve servire solo a soddisfare gli interessi e i bisogni corrispondenti ai principi e ai diritti fondamentali di ogni cittadino.