Potrebbero rimanere in cima alla torre fino al prossimo 3 marzo per attendere gli esisti del vertice al ministero. Glencore, il gruppo svizzero a cui fa capo lo stabilimento nel Sulcis, ha chiuso il 2022 con profitti più che triplicati a 17 miliardi di dollari (16 miliardi di euro). I ricavi sono saliti del 28% a 256 miliardi. La società ha annunciato che distribuirà ai suoi azionisti oltre 7 miliardi
Rimangono lassù, a 100 metri di altezza, i quattro operai dell’impianto Kss nel Sulcis sardo, saliti ieri sulla ciminiera della fabbrica. La notte è stata funestata da un temporale che si è abbattuto sulla zona. I lavoratori sono attrezzati con sacchi a pelo, tende e vestiti pesanti, ora non piove più ma l’aria resta gelida. I quattro operai della Portovesme srl potrebbero ora decidere di restare sulla ciminiera sino al prossimo 3 marzo, in attesa degli esiti dell’incontro convocato a Roma dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso con la sottosegretaria Fausta Bergamotto, la regione Sardegna, le istituzioni locali, l’azienda e le parti sociali. Il tema sul tavolo è quello del costo elevato dell’energia che ha causato lo stop di alcune linee produttive nello stabilimento. Da oggi intanto parte la cassa integrazione a rotazione per i 550 lavoratori diretti. Glencore, il gruppo svizzero a cui fa capo lo stabilimento nel Sulcis, ha chiuso il 2022 con profitti più che triplicati a 17 miliardi di dollari (16 miliardi di euro). I ricavi sono saliti del 28% a 256 miliardi. La società ha annunciato che distribuirà ai suoi azionisti oltre 7 miliardi. I guadagni sono stati spinti soprattutto dal boom dei ricavi dal trading di carbone, i cui prezzi sono saliti molto in conseguenza della guerra in Ucraina.
Sono invece rientrati i licenziamenti che avevano interessato alcuni addetti nelle ditte d’appalto che operano all’interno degli impianti della fabbrica di piombo e zinco. Si procederà invece con una cassa integrazione di 13 settimane.”L’incontro di venerdì convocato dal ministero è certamente un passo avanti tuttavia di incontri nella nostra storia ne abbiamo visti tanti. Quindi aspetteremo dopo la convocazione fatti concreti che sono rappresentati dalla risoluzione del caro energia” afferma il segretario Filctem del Sulcis, Emanuele Madeddu. “Le proposte possono essere due: o un accordo commerciale tra privati oppure un intervento di tipo governativo mettendo al centro la stessa attenzione che il governo ha avuto in altre vertenze, pensiamo a Priolo o all’Ilva – aggiunge – I quattro lavoratori hanno trascorso la prima notte al freddo ma sono molto determinati perché comunque sia è vero che è arrivata la convocazione ma ci sono ancora tante incognite e nelle prossime ore i lavoratori valuteranno se stare ancora sulla ciminiera”.