di Michele Sanfilippo
Queste primarie del Pd, a mio avviso, hanno dimostrato due cose importanti.
La prima riguarda la manifesta obsolescenza delle liturgie e dei riti delle istituzioni politiche. Sono anni che la forma partito, almeno quella assunta dal Pd, si dimostra inadatta a rappresentare l’elettorato. Come tutti sappiamo le votazioni dei circoli avevano decretato la vittoria schiacciante di Stefano Bonaccini. Questi dati peraltro erano stati fortemente enfatizzati dai mezzi di stampa che avevano dato per certa la vittoria del governatore dell’Emilia-Romagna.
E invece, e qui arriviamo al secondo punto, quando dopo molti anni s’è palesata una possibilità di vedere in azione una politica più attenta ai più deboli, molte persone, tra cui anche io, sono andate a votare nella speranza di un cambiamento. Un cambiamento che, evidentemente, deve avvenire sia nella forma che nel contenuto. Il partito deve uscire dal palazzo per tornare per le strade, possibilmente non solo quelle dei centri cittadini, e saper dare delle risposte. Soprattutto alla parte più debole della società che non può e non deve vivere delle elemosine dei privati, ma deve trovare nel lavoro e nel sostegno delle istituzioni la propria dignità.
Io spero vivamente che queste speranze non vengano disattese perché non credo che, a breve, ci sarà una nuova possibilità per la sinistra in questo Paese. È già cominciata la defezione di alcuni politici, soprattutto di matrice centrista. Non credo che si debba averne paura. Anzi, sarebbe perfino auspicabile dato che, molto spesso, si tratta di politici di professione che, se privati di un listino bloccato, non sarebbero mai eletti nemmeno se tutti gli altri avversari si fossero ritirati dalla scena. Occorre partire dalle idee e non dai (sedicenti tali) leader politici.
Il nostro è un Paese che sta vivendo grandi problemi, a partire dalla crisi climatica, per passare a quella economica, della sanità, della scuola e della giustizia. Capire i problemi ed elaborare dei programmi per affrontarli facendo in modo che il costo non ricada, come è accaduto negli ultimi trent’anni, sui più deboli sarà il difficile compito che attende la neoeletta segretaria del Pd.
Io sono convinto che se saprà mantenere la barra dritta potrà essere in grado di riportare al voto i tanti milioni di elettori che hanno smesso di votare perché non hanno trovato rappresentanza in nessuna formazione politica. Auguri a Elly Schlein.