“Se io dicessi ‘questa è la catena di comando‘, si penserebbe che accuso questo o quell’altro”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, in audizione alla Commissione Affari costituzionali della Camera sulle linee programmatiche del dicastero, rispondendo a una domanda, di fatto senza rispondere nel merito, di Elly Schlein che gli chiedeva quale struttura ministeriale decida chi far intervenire tra Guardia di Finanza e Guardia Costiera. “Nel settore marittimo di coordinamento dei soccorsi c’è una sovrapposizione tra funzioni di law enforcement e operazione Sar, laddove la prima qualificazione, in questo caso è dovuta a un assetto Frontex, avviene a seconda di come si presenta l’evento”, spiega il ministro, sottolineando che in questo caso Frontex “oltre ad aver detto che c’era visibilità di una sola persona in coperta, pur considerando che c’è anche la rilevazione termica, ha dichiarato che c’erano buone condizioni di navigabilità“. “L’episodio, nonostante sia stato un attraversamento molto pericoloso, è stato un evento drammatico e tragico, ma del tutto contingente all’arrivo, con una secca a poche centinaia di metri dalla battigia che ha fatto arenare il battello”. “Quindi – prosegue – sono molto reticente” a dire quale sia la catena di comando “poi magari lo farò per iscritto”. Sottolineando ancora che è “un sistema molto complesso” a “competenze anche orizzontali”, Piantedosi prosegue: “Saremmo miopi se non pensassimo che quasi tutti questi eventi prevedano la connotazione di evento di immigrazione irregolare con un evento che impone, laddove ce ne sono i presupposti, il salvataggio”. Rispondendo indirettamente a chi si chiede come mai la Guardia Costiera non sia stata attivata, Piantedosi prosegue: “Ci sono stati eventi in cui anche la gestione del trasbordo è diventata tragica, quindi direi di fidarci della valutazione professionale di chi è deputato a fare questo lavoro”.
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