Le minacce del conduttore russo Vladimir Soloviov all’Italia? Ricordo che in questa maggioranza ci sono due soggetti che evidentemente o avevano preso impegni o erano considerati amici. Evidentemente agli occhi del Cremlino e dei suoi trombettieri i due non stanno dando tutto quello che potrebbero dare o che avevano promesso. E quindi ogni tanto vengono richiamati all’ordine”. Così a Dimartedì (La7) il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, commenta le parole del fedelissimo di Putin contro l’Italia (“Milano si ricorderà”), con evidente riferimento a Silvio Berlusconi e a Matteo Salvini.
E aggiunge: “Berlusconi e Salvini sono putiniani e non pacifisti, perché, quando parlano, sembrano che debbano dare qualche rassicurazione e qualche messaggio a Putin, ma quando si tratta di scegliere di far cadere il governo e quindi di perdere le poltrone che hanno sotto le terga oppure no, decidono che è meglio di no“.

Travaglio chiosa: “È chiaro che, quando Berlusconi e Salvini parlano, non c’è solo il loro putinismo, per me inaccettabile, ma c’è anche quel radar che i politici più sensibili hanno nei confronti di un’opinione pubblica che, secondo me, in modo crescente manifesta insofferenza e incredulità rispetto al fatto che dopo un anno di guerra siamo qui a ripetere gli stessi mantra e a mandare le stesse armi, senza sapere dove andremo a finire – conclude – qual è lo sbocco, qual è la strategia. C’è un grande rimosso, che si chiama nucleare e che nessun opinionista nomina mai perché improvvisamente hanno deciso che Putin, che fino all’altro giorno era pazzo, adesso è talmente saggio che non userà il nucleare. Però il nucleare è sempre lì perché è una guerra tra una potenza che ha 6mila testate nucleari e un’altra che ne ha zero”.

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