Avrebbero provocato il fallimento della società Edisud, ex editrice della Gazzetta del Mezzogiorno (ora in edicola con un nuovo editore). Per questo il gup di Bari ha rinviato a giudizio, con l’accusa di bancarotta fraudolenta, Mario Ciancio Sanfilippo, 91 anni; il figlio Domenico Natale Enzo Ciancio Sanfilippo, 48 anni; e Franco Capparelli, 79 anni. I Sanfilippo sono stati presidenti del Cda della Edisud, Capparelli direttore generale. La Edisud nel 2020 è stata dichiarata fallita con una sentenza del tribunale civile di Bari. Tra le accuse per i Sanfilippo e Capparelli c’è quella di aver provocato “per effetto di operazioni dolose il fallimento della società Edisud spa”. E di aver compiuto “atti di dissipazione e/o depauperamento consistiti in rimborsi spese e spese di rappresentanza prive di giustificazione economica, negli anni dal 2016 al 2018, per complessivi 192.489 euro“.
“Mi rendo conto che la difesa – ha commentato Mario Ciancio Sanfilippo – può essere spiegata solo nel processo e sono pronto, assieme a mio figlio, a dimostrare che per il mantenimento dei valori attivi, tangibili e intangibili, nonché per la salvaguardia della forza lavoro impiegata nella conduzione dello storico quotidiano di Bari, sono intervenuto con il mio patrimonio personale versando, dal 1996 al 2020, più di 30 milioni di euro”. “Dimostrerò anche – ha aggiunto l’editore – che i rimborsi di cui ci accusano sono assolutamente leciti e riferibili ad un lungo lasso di tempo in cui abbiamo lavorato per la Gazzetta. Infine, le cosiddette operazioni dolose non sono altro che l’omesso pagamento delle imposte, dovuto alla necessità di far fronte, con poche risorse, a tutti i debiti della gestione, compresi quelli per il pagamento degli stipendi dei lavoratori, cosa che abbiamo sempre tenuto in grande considerazione”.
Giustizia & Impunità
Gazzetta del Mezzogiorno, Mario Ciancio Sanfilippo rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta
Il gup di Bari ha rinviato a giudizio anche il figlio Domenico Natale Enzo Ciancio Sanfilippo, 48 anni; e l'ex direttore generale Franco Capparelli, 79 anni. La Edisud è stata dichiarata fallita nel 2020 e il giornale è tornato in edicola con un nuovo editore
Avrebbero provocato il fallimento della società Edisud, ex editrice della Gazzetta del Mezzogiorno (ora in edicola con un nuovo editore). Per questo il gup di Bari ha rinviato a giudizio, con l’accusa di bancarotta fraudolenta, Mario Ciancio Sanfilippo, 91 anni; il figlio Domenico Natale Enzo Ciancio Sanfilippo, 48 anni; e Franco Capparelli, 79 anni. I Sanfilippo sono stati presidenti del Cda della Edisud, Capparelli direttore generale. La Edisud nel 2020 è stata dichiarata fallita con una sentenza del tribunale civile di Bari. Tra le accuse per i Sanfilippo e Capparelli c’è quella di aver provocato “per effetto di operazioni dolose il fallimento della società Edisud spa”. E di aver compiuto “atti di dissipazione e/o depauperamento consistiti in rimborsi spese e spese di rappresentanza prive di giustificazione economica, negli anni dal 2016 al 2018, per complessivi 192.489 euro“.
“Mi rendo conto che la difesa – ha commentato Mario Ciancio Sanfilippo – può essere spiegata solo nel processo e sono pronto, assieme a mio figlio, a dimostrare che per il mantenimento dei valori attivi, tangibili e intangibili, nonché per la salvaguardia della forza lavoro impiegata nella conduzione dello storico quotidiano di Bari, sono intervenuto con il mio patrimonio personale versando, dal 1996 al 2020, più di 30 milioni di euro”. “Dimostrerò anche – ha aggiunto l’editore – che i rimborsi di cui ci accusano sono assolutamente leciti e riferibili ad un lungo lasso di tempo in cui abbiamo lavorato per la Gazzetta. Infine, le cosiddette operazioni dolose non sono altro che l’omesso pagamento delle imposte, dovuto alla necessità di far fronte, con poche risorse, a tutti i debiti della gestione, compresi quelli per il pagamento degli stipendi dei lavoratori, cosa che abbiamo sempre tenuto in grande considerazione”.
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Giustizia & Impunità
L’Italia arresta e poi scarcera il comandante libico accusato di torture dalla Corte dell’Aja. Tutti i dubbi sul ruolo del ministero di Nordio
Zonaeuro
Von der Leyen a Davos invoca l’unità europea e si appella a Trump: ‘Negoziamo, rompere non conviene’. Zelensky: ‘Ue si dia una mossa, alzi la voce con gli Usa’
Politica
Ucraina, M5s e Avs: “Stop all’invio di armi, no agli attacchi in Russia”. Ma Pd: “Rispettare impegni presi”
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "Perchè il capo della polizia giudiziaria libica Almasri arrestato sabato a Torino, per la Corte Penale Internazionale colpevole di crimini di guerra e contro la dignità umana, è stato scarcerato e rimandato in Libia? È una pagina inquietante, il governo deve spiegazioni". Così su X Pierfrancesco Majorino, responsabile Politiche migratorie nella segreteria nazionale del Pd.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "Meloni non doveva fare la guerra in tutto il globo terracqueo ai trafficanti di esseri umani e arrestarli? Oggi invece ha liberato il trafficante e torturatore libico Almasri Habish e lo ha rimandato in Libia, nonostante un mandato di arresto della Corte penale internazionale. Che vergogna Giorgia Meloni". Lo dichiara il coportavoce nazionale di Europa Verde e deputato di AVS Angelo Bonelli.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "Rimaniamo in attesa della conferma ufficiale e della motivazione che ha portato alla scarcerazione del trafficante di esseri umani libico arrestato nei giorni scorsi a Torino". Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs.
"Naturalmente se questo personaggio potrà lasciare tranquillamente l’Italia invece di essere consegnato alla Corte Penale Internazionale per essere giudicato sarà chiaro a tutti - alla CPI, all’Interpol, alla comunità internazionale e ai cittadini del nostro Paese - che l’attuale governo italiano, Meloni, Nordio, Piantedosi proteggono i trafficanti di esseri umani e i torturatori libici".
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "È gravissimo che il comandante della polizia giudiziaria libica Najeem Osema Almasri Habish, arrestato domenica scorsa a Torino, sia stato rilasciato e rinviato in Libia, nonostante ci sia un mandato d’arresto della Corte penale internazionale. Presentiamo una interrogazione urgente al ministro Nordio affinché venga a riferire in aula già nelle prossime ore”. Lo afferma il segretario di Più Europa Riccardo Magi.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "La vicenda della scarcerazione del generale Almasri è gravissima. Domani mattina chiederemo conto al Ministro Nordio in aula di questa scelta che a noi sembra assurda. Cosa c’è sotto?". Così Matteo Renzi sui social.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - “Per il ministro Salvini, dal primo di gennaio i ritardi ferroviari sono tutta colpa dell'eversione e del sabotaggio. Peccato che i dati dell’ultimo trimestre, senza catene sulla linea, senza sabotaggi, senza esposti, dicano che il 72 % dei treni ad alta velocità è arrivato in ritardo, che il Frecciargento Bari - Roma non è mai arrivato in orario e che il Frecciarossa Reggio Calabria - Milano ha avuto un ritardo medio di 46 minuti, con picchi di 468 minuti". Lo ha dichiarato Matteo Richetti, capogruppo di Azione alla Camera, rispondendo all’informativa del ministro Salvini sul trasporto ferroviario.
"I rimborsi complessivi dovuti a Trenitalia per ritardi dei treni sono superiori a 100 milioni di euro l'anno: circa 8 milioni e mezzo di euro al mese. Davanti a questa situazione emergenziale, ancora una volta il Ministro evita di discutere in aula la sua strategia dei trasporti. Avremmo voluto sapere dal Ministro se conferma la scelta di aumentare l’offerta dell’alta velocità, atteso il fatto che questo aumento contrae la possibilità di manutenzione ordinaria e quindi la prevenzione dei guasti".
"Soprattutto perché, se su quella stessa rete si pensa di mettere un terzo operatore, l'usura sarà ulteriormente esasperata. È su questo che avevamo chiesto un'informativa del Ministro: sui ritardi, sui guasti, sui disagi, sulle strategie per le politiche del trasporto pubblico in Italia, non sugli esposti sacrosanti. Ancora un’occasione perduta”.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "Giorgia Meloni voleva inseguire i trafficanti di esseri umani in tutto il globo terracqueo, ne era stato arrestato uno libico in Italia e invece di dare seguito alle richieste della Corte penale internazionale che lo accusa di crimini di guerra e contro la dignità umana, lo hanno rimandato impunito in Libia. Il governo chiarisca immediatamente perché Almasri è stato scarcerato e lasciato andare". Così la segretaria del Pd Elly Schlein