Seconda metà di ottobre del 2022. Attilio Fontana ufficialmente non è ancora il candidato del centrodestra per la Lombardia (in campo c’è Letizia Moratti) ma di fatto lo è. Ed è in quel periodo che insieme a tre assessori (Massimo Sertori, Stefano Bruno Galli e Davide Caparini) il presidente leghista visita alcune aree interne del Bresciano (Valtrompia e Valle Sabbia). In un ristorante, dove il gruppo del governatore ha fatto tappa, Fontana viene avvicinato da un cacciatore locale, molto seguito dalla categoria. L’uomo, come si vede nel video, pubblicato in esclusiva da ilFattoQuotidiano.it, si lamenta con Fontana perché “stiamo subendo dei veri e propri massacri da parte delle forze dell’ordine“. Tanto che, a suo dire, i cacciatori non andrebbero più a caccia proprio per il timore di sanzioni.
“Questo succede se c’è qualcosa che può essere contestato” è la replica del presidente della Regione Lombardia. Al centro della discussione ci sono gli anellini inamovibili che sono obbligatori sui richiami vivi e che attestano la loro nascita in cattività (materia sulla quale i cacciatori vorrebbero che la politica intervenisse, con regole più blande). Però la conversazione, a un certo punto, degenera: Fontana fa presente che i controlli ci sono per via delle “mele marce” e si spinge a dire, di fronte al cacciatore, che “tra di voi ci sono più mele marce che mele sane, e lei lo sa benissimo”. A quel punto, però, il cacciatore perde la pazienza: “No, qua la correggo – dice alzando il dito indice in aria – non penso che tra i cacciatori ci siano più mele marce che sane”. E poi, aggiunge: “Anche in politica ci sono le mele marce”. Poi il discorso torna sulle fascette (gli anellini). L’uomo insiste, ma Fontana gli fa presente che se le fascette rispettano le regole, non dovrebbe preoccuparsi di ripercussioni. “No, qui no, qui no, la smentisco altamente” lo interrompe il cacciatore. Ma a quel punto interviene una persona fuori campo che si scusa con Fontana per le parole del cacciatore. Il presidente leghista gli dà la mano e se ne va.
Il video acquista significato se si tiene conto che la categoria dei cacciatori, attraverso le preferenze, è riuscita a portare in Consiglio regionale diversi esponenti. Primi su tutti: Barbara Mazzali, Carlo Bravo e Floriano Massardi. In questi giorni i partiti stanno trattando proprio per strappare l’ambito assessorato all’Agricoltura, che ha la delega per la caccia.
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AGGIORNATO DA REDAZIONE WEB IL 21-3-23