Interviene anche il ministro degli Esteri russo, Serghej Lavrov, nel botta e risposta a distanza tra Silvio Berlusconi e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Uno scambio che ha evidenziato le differenti posizioni interne alla maggioranza di centrodestra sul sostegno all’Ucraina, tanto che i rappresentanti del governo hanno dovuto subito ribadire la ferma posizione filo-atlantista dell’esecutivo. Ma oggi il capo della diplomazia russa ha deciso di elogiare le posizioni del fondatore di Forza Italia: “Sentiamo le valutazioni e le dichiarazioni di tanti leader internazionali e politici con esperienza – ha detto Lavrov rispondendo a una domanda della stampa italiana a amargine del G20 in India – Ovviamente, Silvio Berlusconi è uno di loro. È un uomo ragionevole che non cerca di dipingere tutto in bianco e nero, non cerca di intensificare tensioni nel mondo sotto lo slogan della lotta della democrazia contro l’autocrazia. Berlusconi comprende la necessità di risolvere i problemi da cui dipende la nostra vita”.
Parole che non faranno piacere a Volodymyr Zelensky, ma nemmeno a Giorgia Meloni. Nelle settimane scorse, il presidente ucraino aveva risposto a tono al leader forzista e, nel corso della visita della presidente del Consiglio a Kiev, aveva manifestato anche con lei il proprio fastidio per le esternazioni berlusconiane. E lo aveva fatto nel corso della conferenza stampa congiunta: “Diversi leader hanno diritto di pensiero, il vero problema è l’approccio della società italiana che a quel leader ha dato un mandato. La casa di Berlusconi non è mai stata bombardata dai missili, mai sono arrivati con i carri armati nel giardino di casa sua, nessuno ha ammazzato i suoi parenti, non ha mai dovuto fare la valigia alle 3 di notte per scappare o la moglie ha dovuto cercare da mangiare. E tutto questo grazie all’amore fraterno della Russia”.
Uno scontro che aveva avuto inizio settimane prima, quando fu per primo Berlusconi, che non ha mai nascosto il rapporto privilegiato e decennale con Vladimir Putin, a criticare l’operato di Zelensky. “Giudico il suo operato molto negativamente“, aveva detto prima di commentare anche la scelta di Meloni di incontrarlo: “Io a parlare con Zelensky, se fossi stato il presidente del Consiglio, non ci sarei mai andato perché stiamo assistendo alla devastazione del suo Paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili. Bastava che cessasse di attaccare le due Repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto, quindi giudico molto, molto negativamente il comportamento di questo signore”.