di Milvia Bruschi

Oggi mi vergogno di vivere a Grosseto. E tuttavia spero che tanti abbiano letto il commento del sindaco della mia città sull’elezione di Elly Schlein a segretaria del Pd (commento che per la sua peculiarita’ è finito dai suoi ‘social’ sui quotidiani nazionali) così che in tanti possano condividere il mio sconcerto.

Premetto che vengo da una lunga e tenace storia di militanza, ma da tempo ho smesso di votare per il Partito Democratico perché non mi rappresenta più. E ancora non so se mi rappresenterà in futuro. Ma ho fiducia in Elly Schlein, e sono felice che ora lei sia lì, a capo di un partito divenuto sempre più vecchio, sessista, conservatore, e che invece gli elettori di sinistra vogliono vivo e aperto alla prospettiva di qualcosa di più. Schlein può renderlo possibile. È donna, giovane, limpida nelle sue scelte personali e nelle sue dichiarazioni politico-programmatiche. E’ intelligente. E’ colta, probabilmente grazie anche alla sua estrazione sociale che viene strumentalmente presentata come privilegiata e che a me non crea invece alcun problema: ben venga una famiglia illuminata se consente a ragazzi e ragazze di diventare persone civili, impegnate, sensibili.

È presto per sapere se e come potrà vincere le resistenze che incontrerà all’interno del partito, e forse non ce la farà, ma dobbiamo sperare e sostenerla. Perché nessuno si salva da solo. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad uno scempio, graduale e veloce: Renzi, il sedicente rottamatore dell’establishment, ha in realtà rottamato il partito intero, per poi fare ciò che da sempre voleva: un partito a sua immagine. Letta ha tradito i suoi elettori distruggendo la possibilità di un campo largo di centrosinistra, andando a sbattere inesorabilmente sul muro di una sconfitta elettorale bruciante quanto prevedibile.

Ora è il momento di cambiare. Di tornare a costruire un’opposizione vera alla destra, che non sia più dimezzata, flebile, annichilita, appiattita sugli interessi di bottega (vedasi il termovalorizzatore di Roma) e contemporaneamente cieca e indifferente ai temi forti e identitari: il lavoro, la povertà, l’immigrazione, la fuga dei giovani, la crisi economica dilagante, la scuola, la sanità, il welfare. Non si può più assistere passivamente a questo auto-annientamento. Ed è per questo che gli elettori di sinistra, e non gli iscritti al Pd ma coloro che vogliono poter scegliere di votarlo, hanno deciso per Schlein: per avere una speranza.

Comprendo che per il fronte per la destra la sua elezione rappresenti motivo di preoccupazione, nonostante le dichiarazioni piene di sicumera: la sorpresa di una sinistra che, liberata dal renzismo e connotata da figure nuove, può finalmente risollevarsi dalla colpevole apatia in cui giace da anni e rappresentare un problemino alle prossime elezioni. E’ una preoccupazione politicamente comprensibile. Ma niente può giustificare certi comportamenti. Io rifuggo le spiegazioni semplici e continuo a chiedermi perché. Cosa l’ha spinta, signor sindaco, ad usare tanta volgarità e violenta rozzezza? Forse è un problema di cultura politica. Quale sarà allora la prossima uscita, sua o di quella destra che Lei rappresenta insieme ad altri esempi poco edificanti come i ministri Piantedosi e Valditara?

Egregio signor sindaco, non è questa la prima delle sue uscite infelici, ma certo è la peggiore. Quale sarà la prossima? Un proclama sulla purezza della razza? un editto che bandisca dalla politica le donne che non sono come Belen o le donne in assoluto? o le persone disabili, i poveri, chi ha un colore della pelle non proprio bianco? A cosa li accosterete? A quale animale, della vasta gamma possibile? Oserei definirla un’uscita indegna, visto il suo ruolo. Se provenisse da un qualunque maschio alfa senza responsabilità pubbliche mi dispiacerebbe ugualmente, ma non mi sconvolgerebbe. Lei mi ha sconvolta.

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