Gli studi di Nomisma, dell’Ordine dei Commercialisti e degli Ingegneri e dell’Associazione Costruttori, tutti realizzati in modo eccellente da grandi esperti, hanno reso evidenti le gravi omissioni del governo. In altre parole il governo sbandiera solo i costi e nasconde ricavi e guadagni dello Stato e dell’economia tutta.
Questi conteggi riguardano comunque solo gli effetti diretti sugli incassi dello Stato e non tentano neppure di conteggiare il peso economico degli effetti collaterali sulla finanza pubblica.
Questi studi dimostrano che l’idea che con il 110% ogni italiano, neonati compresi, si trovi indebitato per duemila euro è una bufala oceanica, un insulto anche agli allocchi. Lo Stato infatti ha già incassato l’Iva su tutti i lavori realizzati. A questo bisogna aggiungere l’aumento del gettito fiscale nei prossimi anni delle aziende edili e delle tasse sugli stipendi dei nuovi assunti.
Bisogna poi calcolare che ci sarà un aumento del Pil perché il settore edilizio farà da traino per tutta l’economia, quindi un ulteriore vantaggio fiscale. A fronte di 70 miliardi di euro di investimenti si è prodotto un impatto economico pari a 195,2 miliardi (dati Nomisma).
Il risparmio energetico ottenuto con il Superbonus 110% per l’efficienza energetica farà poi risparmiare almeno 7 miliardi di euro all’anno alle famiglie, con una media di poco inferiore ai mille euro all’anno. Soldi che finivano in gran parte nelle tasche dei paesi produttori di combustibili fossili e che invece resteranno in Italia a far girare la nostra economia.
E l’effetto dell’efficienza energetica non dura solo 5 anni, ma dai 10 ai 20 anni a seconda delle tipologie degli interventi.
Tutte queste ricadute positive creeranno un ulteriore aumento delle tasse incassate nel tempo. Tutti gli studi sono concordi sull’evidenza che lo Stato recupererà circa il 47% di quanto spenderà in 5 anni con il Superbonus 110%. Ma questi conti non tengono conto delle ricadute globali sul sistema Italia e l’effetto conseguente sulle casse dello Stato.
Ad esempio, secondo Nomisma, c’è stato un incremento di 641mila posti nel settore delle costruzioni e di 351mila occupati nei settori collegati. Gli studi calcolano l’aumento del gettito fiscale dovuto ai nuovi posti di lavoro e l’aumentato potere d’acquisto delle famiglie, ma ci sarà anche un miglioramento della salute dell’economia italiana. Quanto vale? E, per converso, quanto costerebbe un milione di nuovi disoccupati dovuti al blocco del 110% solo per cassa integrazione?
Bisogna infine calcolare che l’esborso per lo Stato è scaglionato su 5 anni o più e l’aumento prevedibile del gettito fiscale tenderà a compensarlo.
L’aumento del Pil, il miglioramento della bilancia dei pagamenti, l’aumento degli occupati si traducono o no in un argine all’aumento dello spread e quindi in un risparmio sugli interessi del nostro debito pubblico? E quanto risparmierà lo Stato in aiuti sociali ai disoccupati che hanno trovato lavoro?
La diminuzione dei consumi energetici, poi, provocherà una diminuzione dell’inquinamento soprattutto urbano. Qualche anno fa il premio Nobel Carlo Rubbia calcolò che per ogni litro di carburante bruciato nelle grandi città bisognava contabilizzare un costo in spese sanitarie e giornate di lavoro perse per malattia, corrispondente al valore del carburante consumato.
Ma questo discorso vale ancor di più per il Bonus 110% antisismico.
Qui c’è di mezzo la vita di migliaia di persone. E nessuno scienziato ha dubbi sul fatto che ci saranno altri terremoti e che potranno essere anche molto più forti di quelli recenti, visto che l’Italia ha subito in passato scosse 20 volte più potenti di quelle dell’Irpinia.
Quanto vale la vita umana? Quanto costa ricostruire paesi e città rase al suolo? Quanto risparmierà lo Stato in spese di ricostruzione grazie all’aumento delle abitazioni antisismiche? Qual è l’impatto positivo sulle casse dello Stato che deriverà dalla diminuzione dell’inquinamento e del rischio sismico? Qual è l’impatto positivo dal punto di vista sociale del risparmio energetico per le famiglie e della diminuzione della disoccupazione?
Perché non ci dicono questi numeri?
Migliori condizioni di vita, maggiori possibilità di investire in nuove attività, diminuzione dell’emarginazione sociale e di tutti i guasti connessi che diventano poi costi per lo Stato. È dimostrato che l’aumento del benessere è un argine contro la criminalità e il disagio psicologico.
Quanto vale tutto questo?
Quel che risulta è che il Bonus 110% è un buon investimento, ulteriormente migliorabile, che certamente si ripaga nel tempo. Quindi è giunto il tempo di un grande progetto di programmazione economica che utilizzi lo strumento del credito fiscale in maniera intensa e strategica. In Italia ci sono ancora milioni di abitazioni da modernizzare, immobili pubblici da mettere a norma, devastazioni del territorio da risanare. Certamente si tratta di un immenso investimento iniziale. Ma una possibilità ci sarebbe.
E sarebbe anche una preziosa possibilità reale di raggiungere una netta diminuzione dei gas serra. Al ritmo attuale è impensabile raggiungere gli obiettivi fissati per il 2050. Altrimenti, non basterebbero i secoli…
Post redatto in collaborazione con l’economista Alfonso Scarano