Il quotidiano americano pubblica un ritratto della segretaria Pd: "La donna che scuote la politica italiana (no, non il nuovo presidente del Consiglio)". Nel colloquio la neo-leader dem ribadisce una possibile alleanza con Conte ma prende le distanze dalla sua posizione sull'invio di aiuti militari a Kiev
Il New York Times la presenta come la nuova anti-Meloni, Elly Schlein ringrazia e prende le distanze dalla posizione del Movimento 5 stelle sull’Ucraina, pur vedendolo come un alleato per vincere le prossime elezioni. “Non sono d’accordo”, spiega parlando al quotidiano americano. E sottolinea che ha votato per mandare armi per tutto quest’anno “perché ora è necessario“. Schlein sulla questione scegli quindi di confermare la linea del Pd di Enrico Letta, seppure durante la campagna per le primarie dem avesse sostenuto una posizione più sfumata, dicendo ad esempio che “non possiamo attendere che cada l’ultimo fucile per costruire la via di una pace giusta”.
“E’ difficile incarnare il cambiamento in Italia più di Elly Schlein”, scrive il New York Times in un ritratto che celebra la neo segretaria Pd. Il quotidiano statunitense ‘presenta’ così Schlein: “La donna che scuote la politica italiana (no, non il nuovo presidente del Consiglio). Figlia di genitori italiani ed ebrei americani, Elly Schlein vuole ricostruire l’opposizione di centrosinistra a Giorgia Meloni, se solo il suo partito riuscirà a sopravvivere”. “Promette, ha detto mercoledì nella sua nuova sede centrale, di ‘cambiare profondamente’ un partito nel bel mezzo di una crisi di identità”, scrive ancora il New York Times. “Con la sua elezione, la signora Schlein ha catapultato l’Italia, che a lungo sembrava un Paese per vecchi, in un territorio nettamente diverso. Una donna leader dell’opposizione si trova ora a contrapporre la prima donna presidente del Consiglio, la nazionalista di destra Giorgia Meloni”, si legge ancora nell’articolo.
Ma le due donne “non potrebbero essere più diverse“, sottolinea il Nyt, elencando le loro contrapposizioni personali e politiche, compresa l’accusa della Schlein a Meloni di infiammare la sua base con politiche “disumane” e “illegali” che rendono più difficile salvare i migranti in mare. Schlein ribadisce che “non abbiamo bisogno solo di una leadership femminile, ma di una leadership femminista“. L’articolo ripercorre la sua storia personale, da quando si sentiva “la pecora nera” della famiglia incerta sul suo futuro sino alla sua elezione. “La sinistra ha perso nel momento in cui è diventata timida” sui diritti civili e sociali, è la convinzione ribadita da Schlein al quotidiano americano. Il suo target non sono gli italiani medi (“dove sono?” si chiede), l’obiettivo è “rendere chiaro chi vogliamo rappresentare: gli italiani in difficoltà“. Schlein scherza anche sul suo naso pronunciato, che insieme alle sue origini le ha attirato attacchi antisemiti: “Non è un naso ebreo ma tipicamente etrusco“, ironizza, prima di ammettere che un naso del genere non esiste nemmeno.
Il colloquio con la neo-segretaria dem affronta anche il tema delle alleanze per poter vincere le elezioni con un programma progressista. E per Schlein l’alleato sono i “Cinque stelle, ovviamente”. Il New York Times però sottolinea la posizione di Giuseppe Conte, contrario all’invio di altre armi in Ucraina. “Non sono d’accordo”, commenta Schlein, che poi descrive il suo partito come un sostenitore totale dell’Ucraina contro “l’invasione criminale” da parte della Russia e sottolinea appunto di aver votato per l’invio di armi nel corso del 2023. La neo leader spiega al Nyt che sente un legame personale con l’Ucraina. Suo nonno era ucraino, ricorda, e dopo essere emigrato negli Stati Uniti, stabilendosi a Elizabeth, New Jersey, la sua famiglia fu quasi certamente spazzata via dall’Olocausto. Suo nonno italiano, che divenne un parlamentare socialista, rifiutò di indossare le “camicie nere dei fascisti” durante la sua laurea e fu “un avvocato antifascista” che “difese gli ebrei nei processi”. Quella storia familiare, insiste, l’ha resa molto sensibile a “ciò che il nazionalismo ha portato nel continente europeo”, sostenendo che “questa guerra è una guerra nazionalista di Putin“.