José Mourinho ce l’ha fatta: la sua squalifica è stata sospesa e il tecnico della Roma potrà sedere in panchina all’Olimpico nello scontro diretto contro la Juventus. Il portoghese era stato fermato per due giornate dopo l’espulsione rimediata nel match contro la Cremonese di martedì scorso: un cartellino scaturito dalla lite con il quarto uomo Marco Serra. Mourinho però fin dal post-partita ha accusato l’arbitro di avergli rivolto frasi offensive e per questo la Roma ha fatto ricorso contro la squalifica. La Corte Federale d’Appello ha deciso di sospenderla perché prima è necessario valutare cosa emergerà dall’inchiesta della Procura Federale proprio sulla lite tra Mou e Serra.

Per il momento quindi il tecnico giallorosso può tornare in panchina, con il rischio semmai di scontare la squalifica più avanti. Il 2 marzo Mourinho è stato ascoltato proprio in Procura Figc. “Sono emozionale ma non pazzo, per avere una reazione come quella significa che qualcosa di grave è successo. Ora voglio capire se posso fare qualcosa dal punto di vista legale”, aveva detto il portoghese dopo la gara. Nelle immagini televisive la versione più credibile del labiale di Serra porterebbe alla ricostruzione della seguente frase: “Ti prendono tutti in giro, vai a casa“. Secondo altri retroscena, il quarto uomo avrebbe anche detto al tecnico: “Fatti i c***i tuoi”.

“Alla luce della dichiarata esistenza di un procedimento aperto dalla Procura Federale avente ad oggetto gli stessi fatti per cui è giudizio, si rivela, indispensabile acquisire gli atti di indagine fin qui svolti, a partire dalle deposizioni eventualmente rese dagli ufficiali di gara“, si legge nel documento della Corte federale che ha deciso di sospendere la squalifica. “Il Collegio ritiene che il ricorso non sia maturo per la decisione, occorrendo approfondire profili della vicenda in esame, ad oggi, non sufficientemente esplorati, anche in ragione della difficoltà di acquisire elementi di chiarimento da parte del signor Serra, IV ufficiale della gara in argomento che, per circostanze di tempo e di luogo, non era in grado di garantire una proficua audizione nel rispetto delle regole che disciplinano lo svolgimento dell’udienza da remoto”, si legge nell’ordinanza. È stato dunque deciso che servirà ulteriore tempo per valutare il caso.

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