La manifestazione contro il 41 bis, i Cpr e il sistema carcerario, è degenerata in guerriglia urbana. Tra venerdì e sabato mattina la Digos torinese aveva identificato una trentina di persone, non solo torinesi ma provenienti anche da altre città italiane, da Spagna, Francia e Germania
Vetrine rotte, auto danneggiate, fumogeni e bombe carta. Alla fine cinque fermi e 140 identificati. È stato un pomeriggio di disordini a Torino dove centinaia di anarchici – arrivati anche da Spagna, Francia e Germania – si sono dati appuntamento per una manifestazione di protesta per il caso di Alfredo Cospito, di cui proprio oggi il medico curante, dopo la visita in carcere, ha detto che la situazione fisica “si sta deteriorando rapidamente, anche se il fatto che abbia ripreso a prendere almeno un po’ di zucchero la rende un pò meno drammatica”.
Oltre ai liquidi, acqua e soprattutto the, Cospito “sta assumendo due cucchiai di zucchero e un cucchiaino di sale, mentre non prende più integratori e vitamine”, ha riferito il medico al legale dell’anarchico. Il dottore ha riferito di aver visto per la prima volta il 55enne, recluso al 41 bis, “molto stanco e affaticato: è arrivato alla visita camminando sulle sue gambe ma si è subito seduto sul lettino”. L’anarchico ha deciso invece di non prendere più integratori e vitamine. Ha perso un altro chilo, ne pesa 70, una soglia “al limite” per un uomo della sua altezza.
I suoi compagni anarchici dopo il raduno in piazza Solferino, nel centro di Torino,si sono mossi in corteo, lasciando una scia di devastazione: rotte vetrine dei negozi, vetri delle auto in sosta a decine, divelti cartelli stradali e totem pubblicitari, incendiati cassonetti, lanciati grossi petardi, bombe carte, sassi e bottiglie. Nel tardo pomeriggio le forze dell’ordine sono dovute intervenire con gli idranti e i lacrimogeni nella zona del mercato di Porta Palazzo, per allontanare i manifestanti dopo scene da guerriglia urbana.
Il raduno degli anarchici, di cui il tam tam era cominciato molti giorni fa e la Digos torinese aveva già identificato una trentina di persone, non solo torinesi ma provenienti anche da altre città italiane, da Spagna, Francia e Germania, era cominciato a metà pomeriggio in piazza Solferino, a poche centinaia di metri dal cuore di Torino. Ma un fitto cordone di polizia e carabinieri, con lo schieramento di numerosi mezzi, ha sbarrato da subito ogni via d’accesso alle sedi delle istituzioni e alle strade del centro affollate, come ogni sabato, da migliaia di persone, torinesi e turisti.