"Se Macron non vuole una Francia paralizzata e una settimana senza luce, farebbe meglio a ritirare la sua riforma", ha avvertito Sébastien Ménesplier, segretario generale del sindacato dell’energia CGT. "Saremo capaci di tutto", gli ha fatto eco il segretario federale Fabrice Coudour
Il Senato francese a maggioranza di destra ha approvato ieri sera a tarda ora l’abolizione di diversi regimi pensionistici speciali, tra cui quelli della Ratp, la società che gestisce tutto il trasporto pubblico a Parigi e nell’Ile de France, e delle aziende energetiche. La decisione, che varrebbe solo per i nuovi assunti, realizza quanto previsto dall’articolo 1 della contestata riforma delle pensioni. In Senato la norma è passata con 233 voti a favore e 99 contrari.
Sale la tensione nelle piazze e nelle aziende in vista della mobilitazione indetta per il 7 marzo dai sindacati, che minacciano di fermare il Paese. I dipendenti delle aziende che gestiscono elettricità e gas, preoccupati come quelli della Ratp per l’abolizione del regime speciale finora loro riservato, hanno iniziato venerdì scorso uno sciopero, con la minaccia di estenderne la durata fino a che il governo non ritirerà la riforma. Intanto l’agitazione ha già portato a riduzioni della produzione di elettricità in diverse centrali nucleari, pur senza causare disservizi per i clienti.
“Se Emmanuel Macron non vuole una Francia paralizzata e una settimana senza luce, farebbe meglio a ritirare la sua riforma”, ha avvertito Sébastien Ménesplier, segretario generale del sindacato dell’energia CGT. “Saremo capaci di tutto”, gli ha fatto eco il segretario federale Fabrice Coudour. Il ministro dei conti pubblici Gabriel Attal ha invitato da parte sua i sindacati alla “responsabilità” sottolineando che a essere messi in ginocchio da un eventuale sciopero prolungato saranno “i francesi, i lavoratori”.
Nei giorni scorsi il portavoce del governo, Olivier Véran, aveva sostenuto che il Paese rischia una “catastrofe ecologica” se i sindacati metteranno in atto il loro piano di “bloccare la Francia”. Véran ha citato fra l’altro la siccità, la vaccinazione contro il papillomavirus e la rete ferroviaria: “Bloccare la Francia significherebbe rischiare una catastrofe ecologica, agricola, sanitaria”, ignorando “la salute dei nostri bambini”, ha detto. “La siccità è colpa dei sindacati? Come la crisi sanitaria? E perché no la sconfitta ai Mondiali di calcio?” ha ironizzato Laurent Berger, segretario del sindacato CFDT. Berger ha parlato di “tentativi di destabilizzare una mobilitazione senza precedenti contro la pensione a 64 anni”.