Sul posto i sommozzatori dei vigili del fuoco per verificare la segnalazione cadavere: le prime notizie davano per certa la presenza di un altro cadavere, ma potrebbe essere un falso allarme. Continuano le verifiche in acqua e lungo il litorale
A ormai una settimana di distanza dal naufragio del barcone di migranti partito dalla Turchia e schiantatosi su una secca nelle acque di Steccato di Cutro, proseguono le ricerche dei dispersi sia in mare che lungo il litorale: secondo le stime, sono ancora almeno 30. Sabato il ritrovamento dei corpi di due bambini, sono così 70 le vittime accertate. Oggi i sommozzatori dei vigili del fuoco sono impegnati a verificare un avvistamento nel mare di Botricello, a poca distanza da Steccato di Cutro. Le prime notizie davano per certa la presenza di un altro cadavere, ma potrebbe essere un falso allarme. Già dall’alba i vigili del fuoco hanno ripreso le ricerche in mare. Non sono mai state sospese, invece, le ricerche in spiaggia, che abbracciano tutto il litorale crotonese e per le quali collaborano numerosi volontari. Per le ricerche in mare, in particolare, vengono utilizzati un elicottero, un gommone e due moto d’acqua. L’attività di perlustrazione andrà avanti ad oltranza, salvo diverse disposizioni della Prefettura di Crotone.
Le inchieste
Intanto la Procura di Crotone ha deciso che acquisirà, in incidente probatorio, le testimonianze dei superstiti del naufragio del barcone di migranti schiantatosi all’alba di domenica 26 febbraio su una secca nelle acque di Steccato di Cutro. Una richiesta in tal senso sarà presentata al Gip Michele Ciociola dal pm Pasquale Festa al rientro in sede del procuratore Giuseppe Capoccia che, in questi giorni è fuori città per motivi familiari. L’incidente probatorio punta a cristallizzare le prove che potrebbero emergere dai racconti dei sopravvissuti alla traversata partita dalla Turchia e conclusasi tragicamente a poche decine di metri dalla spiaggia calabrese. Le testimonianze dei sopravvissuti saranno inserite nel fascicolo dell’inchiesta per naufragio e omicidio colposo aperta a carico dei presunti scafisti identificati, tre dei quali, un turco e due pachistani (uno è minore), sono stati fermati, mentre un quarto è irreperibile.
Del naufragio però potrebbe occuparsi anche la Procura di Roma chiamata, da un esposto dei deputati di Sinistra Italiana Ilaria Cucchi e Nicola Fratoianni, a verificare se ci sono state responsabilità anche a livello ministeriale. Per domani (lunedì) intanto è previsto l’affidamento formale da parte della Procura di Crotone ai carabinieri della delega all’acquisizione degli atti nell’ambito del nuovo filone di indagini, al momento senza indagati e senza ipotesi reato, aperto per chiarire quali siano state le procedure e le comunicazioni tra la Guardia di finanza e la Guardia costiera fra le 23.03 di sabato 25 febbraio e le 4:10 di domenica 26 febbraio. L’obiettivo degli inquirenti è stabilire cosa è accaduto dopo la segnalazione di Frontex sulla presenza del barcone a 40 miglia dalla costa calabrese e se vi siano state falle nella catena dei soccorsi. La premier Giorgia Meloni ha scaricato le responsabilità proprio su Frontex: “Non è arrivata alle nostre autorità nessuna comunicazione di emergenza”. Vero, ma la Guardia Costiera poteva intervenire comunque.