“Guerrieriii, giochiamo a fare la guerra?”. Gli eroi e l’epica classica in versione moderna targati Walter Hill tornano per due giorni in sala (6-8 marzo 2023) grazie alla Cineteca di Bologna. Ed è di nuovo battaglia a mani nude, con coltelli e mazze da baseball, tra gli Warriors, gli Orphans, gli iconici Baseball Furies, i Punks. Rigorosa unità di luogo, tempo e azione – Fuori Orario di Scorsese arriverà più tardi – I guerrieri della notte si concentra nel tragitto newyorchese che compiono dal tramonto all’alba i nove disarmati Warriors dai gilet in (finta) pelle marrone, saltando su e giù dalla subway, dal Bronx a Coney Island, dopo che al megaraduno di tutte le gang della città sono stati accusati (ingiustamente) di aver ucciso in mezzo a diecimila persone il carismatico leader unionista Cyrus.
L’aspetto più interessante di quello che in Italia diventerà un cult, anche per le preziose repliche in seconda serata tv, è il principio trasformativo che Hill compì sul testo del romanziere marxista Sol Yurick. L’aspetto di rivolta sociale diventò una compatta, tesa, fuga per la sopravvivenza. Mentre gli echi da tragedia greca, Yurick si basò su L’Anabasi di Senofonte, si mimetizzarono in un thriller urbano che mescolava terrore realistico derivante dalle imperanti gang metropolitane dell’epoca ed esaltazione individualista libertaria tipica della mitologia hilliana – andate a vedere il successivo I guerrieri della palude silenziosa per (non) capire Hill da che parte sta -. “Mi piaceva anche l’idea di raccontare una vicenda tratta dalla storia greca. Si trattava dell’Anabasi ambientata in un mondo futuristico e fantascientifico – ha spiegato recentemente Hill – Quando si dà vita a una fantascienza c’è spesso la propensione ad astrarla del tutto. Ho pensato che la sfida sarebbe stata renderla realistica e fantastica allo stesso tempo; volevo combinare quei due elementi per farne un fumetto dark”.
Quando si tratta di un titolo che ritorna in sala dopo oltre 40 anni si vanno a cercare apologie e ditirambi (le tre stellette e mezzo del Dizionario Mereghetti sono grasso che cola, visto che Hill è sempre stato considerato in Europa regista di “destra”. Anche se però è rintracciabile online la feroce stroncatura che gli riservò il decano Roger Ebert: “Un film sulla guerra tra bande di strada, scritto e diretto come esercizio di manierismo. Non c’è quasi un momento in cui crediamo che le bande del film siano reali o che i loro membri siano persone reali o che abitino in una città reale”. Chissà che film vide il compianto Ebert. I guerrieri della notte semmai ha quella crudezza, a volte rozza a volte mimetica, della polvere, dei detriti, della ferraglia fuori uso e dei calcinacci della strada, come tanto cinema hollywoodiano che si allargò sulla East Coast proprio nei settanta. Un titolo su tutti: Il braccio violento della legge, nella fattispecie il lungo e sporco pedinamento dei poliziotti al gangster. Tante le curiosità che l’opera di Hill del 1979 porta con sé. Ne scegliamo due: la dj, di cui si vedono solo le labbra, che tra un disco e l’altro elenca radiofonicamente le vicissitudini dei “guerrieri”, si chiamava Lynne Thigpen e dopo il film è diventata famosa come attrice tv ben oltre la suadente voce; l’unico attore che tra i protagonisti del cast ha avuto un vero percorso da star del cinema (oltre che da musicista) è proprio David Patrick Kelly, il Luther omicida che richiama i guerrieri alla guerra percuotendo tre bottigliette di vetro. Ventitreesimo incasso in Italia nella stagione ’79-’80 in un’annata mostruosa: Apocalypse now, Alien, Kramer contro Kramer, Manhattan, Hair, Rocky 2 e gli italiani Un sacco bello, La patata bollente, Qua la mano.